Bruxelles – “In materia di migrazione è indispensabile un approccio globale che comprenda azioni con partner al di fuori dell’Ue, alle frontiere esterne, e all’interno dell’Unione. Concentrarsi sulle questioni più urgenti non è sufficiente. La situazione richiede un’azione continua e determinata, che coinvolga tutti gli aspetti dell’approccio globale”. È un passaggio del documento steso dalla Commissione europea in vista del Consiglio europeo del 21-22 marzo, con il “bilancio sui progressi compiuti negli ultimi 4 anni”, comprendente i provvedimenti “ancora necessari per affrontare le sfide, immediate e future, che si pongono in materia di migrazione”. “Di fronte alla più grave crisi dei rifugiati che ha colpito il mondo dopo la Seconda guerra mondiale, l’Ue è riuscita a realizzare un cambiamento radicale nella gestione della migrazione e nella protezione delle frontiere”, vi si legge. L’Unione europea “ha offerto protezione e sostegno a milioni di persone, ha salvato vite umane, ha smantellato reti di trafficanti e ha fatto scendere gli arrivi irregolari in Europa al livello più basso registrato in 5 anni. Occorre tuttavia fare di più per rendere la politica comune in materia di migrazione realmente adeguata alle esigenze future”.