Progetti CEI: così l’Italia aiuta il mondo

Roma – Scuola, diritti, giustizia. È questo l’orizzonte dei primi 113 progetti destinati ai più poveri fra i poveri, deliberati quest’anno dalla Chiesa italiana. Li ha identificati il Comitato CEI per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo nella prima delle sue riunioni bimestrali previste nel 2019. Ed è un orizzonte proiettato su tutti i continenti, per complessivi 14,8 milioni di euro: 7.2 milioni per 45 interventi in Africa, 4 milioni per 47 opere in America Latina, 2,1 per 18 destinazioni in Asia, oltre a 1,4 milioni per 3 progetti in Medio Oriente. Gli interventi, sostenuti da quasi trent’anni dalle firme 8xmille dei fedeli italiani, per statuto sono mirati alla promozione umana. Hanno significato così un futuro diverso per le nuove generazioni, con il sostegno all’istruzione; alle donne e alla minoranze, rafforzate nei diritti umani; alle comunità agricole, agli artigiani e a chi cerca lavoro, con misure a sostegno delle economie locali; fino alla dotazione per ospedali e poliambulatori al fine di migliorare l’accesso alle cure. Perché più che mai in un tempo di crisi non si può dimenticare il mondo. “È un atteggiamento miope quello di chi pensa ‘prima noi, poi gli altri’, perché sulla terra siamo come l’acqua in vasi comunicanti. Ingiustizie, migrazioni e povertà non sono contenibili – spiega don Leonardo di Mauro, responsabile del Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo –. Invece la solidarietà ci salva, a tutti i livelli. Lo sguardo d’insieme ci rende umani, ci fa agire con lealtà verso tutti i Paesi, come esige il Vangelo. Solo insieme possiamo individuare le possibili soluzioni, e solo insieme si cresce. Lo scambio arricchisce anche chi dona”.

Tra i progetti più significativi tre sono in Africa. In Costa d’Avorio la costruzione di un centro di coordinamento per l’educazione alla pace e la risoluzione dei conflitti; in Madagascar un nuovo capitolo del piano di economia solidale perseguito da anni dalle Suore di San Giovanni Battista per lo sviluppo ecosostenibile dei villaggi di Ampitolova e di Aranta, puntando su biodiversità e cultura locale: si tratta di un centro agricolo di ortofrutta e alleva- mento di qualità che creerà occupazione giovanile. Quindi in Mozambico per una struttura ricettiva nel segno del turismo responsabile nella diocesi di Nacala, a Cabaceira Grande, dando lavoro agli studenti delle scuole secondarie.

In evidenza in America Latina la campagna di formazione ai diritti fondamentali avviata dai Comboniani in Amazzonia, per il rafforzamento delle minoranze la cui sopravvivenza economica dipende dalla tutela ambientale. Poi in Brasile con la costruzione di due centri di accoglienza per i giovani a Belem, anche in questo caso con la formazione professionale mirata all’occupazione. Infine in Colombia dove la diocesi di Caldas formerà nuovi operatori sociali tra 130 giovani e adulti per diffondere i temi della pacificazione e della convivenza civile tra i cittadini provati da una guerra civile di oltre 60 anni, la più lunga della storia sudamericana.

Tra gli interventi di spicco in Asia va ricordato in Myanmar il piano per lo sviluppo integrale delle comunità contadine degli altipiani, per il miglioramento delle condizioni di vita in 10 villaggi nella diocesi di Kalay, con corsi di formazione in nuove tecnologie agricole. Gli ultimi due progetti saranno invece realizzati in Medio Oriente, tra Siria e Libano. Nel 2018 fondi per 118 milioni di euro hanno sostenuto 808 progetti, e per il 2019 sono previsti impieghi per circa 100 milioni di euro. Tutti contributi puntualmente documentati e geolocalizzati sul sito web della Chiesa italiana https://sictm.chiesacattolica.it/. Un impegno di trasparenza verso quanti con la firma hanno condiviso risorse per la missione della Chiesa, sollevando i fratelli più lontani. (Laura Del Sere)