Roma – Una versione più piccola del crocifisso dell’artista Alexis Leyva Machado regalato da Raul Castro a Papa Francesco nel 2015 – e oggi conservato nella parrocchia San Gerlando di Lampedusa – è stata donato a l pontefice che l’ha regalata al Centro Matteo Ricci inaugurato questa mattina a Roma. A consegnarla il sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano ed Integrale della Santa sede, p. Michael Czerny durante la cerimonia di inaugurazione. Attraverso questa opera l’autore, meglio conosciuto come K’cho – “vuole attirare l’attenzione sulla condizione dei migranti e dei rifugiati”, ha detto il religioso: K’cho “piange la scomparsa delle migliaia di persone morte in mare”.
Il crocifisso che oggi è a Lampedusa – ha spiegato p. Czerny – è stato realizzato in cedro, è alto 340 cm e largo 275 cm. Su questa croce fatta di remi “vediamo Gesù crocifisso, a simboleggiare i duri viaggi intrapresi dai migranti che hanno tentato di attraversare il mare e ricordare i troppi tra loro che non ce l’hanno fatta. Gesù – ha detto il religioso – è certamente l’Uomo Crocifisso. Il suo braccio sinistro è disteso in dolorosa agonia. Ma il suo braccio destro è già sollevato in un potente gesto di Resurrezione. Questo è il trionfo di Dio sul peccato, sulla disperazione e sulla morte”.
K’cho ha recentemente intagliato una versione più piccola del crocifisso, alto 80 cm e largo 50 cm, e lo ha donato al papa che oggi ha voluto consegnare al nuovo Centro “Matteo Ricci”. “Possa il nostro Signore Crocifisso e Risorto – ha detto p. Czerny – vigilare sul Centro Matteo Ricci, su coloro che sono accolti qui e su coloro che li accolgono. Il Santo Padre, rammaricato per la mancanza di finanziamenti pubblici per i migranti vulnerabili che oggi a Roma necessitano di un ricovero, dona anche il necessario per il primo mese di attività del Centro”. (Raffaele Iaria)