Città del Vaticano – Era noto da qualche tempo il tema del messaggio per la prossima giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il 2 giugno prossimo. Oggi, festa di San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, la pubblicazione del messaggio di Papa Francesco dal titolo “’Siamo membra gli uni degli altri’ (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana”. “Se la rete è usata come prolungamento o come attesa di tale incontro – scrive il pontefice – , allora non tradisce sé stessa e rimane una risorsa per la comunione. Se una famiglia usa la rete per essere più collegata, per poi incontrarsi a tavola e guardarsi negli occhi, allora è una risorsa. Se una comunità ecclesiale coordina la propria attività attraverso la rete, per poi celebrare l’Eucaristia insieme, allora è una risorsa”.
Un invito ed un monito, quindi, chiaro: “se la rete è occasione per avvicinarmi a storie ed esperienze di bellezza o di sofferenza fisicamente lontane da me, per pregare insieme e insieme cercare il bene nella riscoperta di ciò che ci unisce, allora è una risorsa”. D’altra parte “la rete che vogliamo” è “una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”. “La Chiesa stessa è una rete – scrive papa Francesco – tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui ‘like’, ma sulla verità, sull’’amen’, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”. Per il papa riconoscersi tutti come membra sotto l’unico capo che è Cristo “ci aiuta a non vedere le persone come potenziali concorrenti, ma a considerare anche i nemici come persone”, lasciando da parte il bisogno di un avversario che con la sua presenza definisce una identità.
“Dio non è solitudine, ma comunione; è Amore, perciò comunicazione, perché l’amore sempre comunica, anzi comunica sé stesso per incontrare l’altro”, scrive Papa Francesco. E poi ribadisce che “il contesto attuale chiama tutti noi a investire sulle relazioni, ad affermare anche nella rete e attraverso la rete il carattere interpersonale della nostra umanità”. E questo riguarda anche l’evangelizzazione, perché in questo contesto, “a maggior ragione noi cristiani siamo chiamati a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di credenti”, delineata anche dall’immagine della Trinità che “distingue la persona dall’individuo, perché dalla fede in un Dio che è Trinità consegue che per essere me stesso ho bisogno dell’altro”.