Roma – “Tutti quanti noi abbiamo accolto con un sospiro di sollievo la conclusione di questa vicenda”. Don Giovanni de Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes parla dell’accordo europeo sui migranti della Sea Watch e della Sea Eye, da due settimane in mare. Malta ha trasferito sulle proprie navi i 49 migranti della Sea Watch e Sea Eye per poi essere ridistribuiti in otto paesi dell’Unione Europea: Italia, Germania, Olanda, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania e Lussemburgo. In una intervista a Vatican News don De Robertis sottolinea che “non si tratta di una vittoria degli scafisti, non si tratta di terroristi, di delinquenti”, ma “di esseri umani, in fuga dalla guerra, dalla fame”; e, in secondo luogo, che non è possibile che sia la povera gente a pagare “le divisioni fra le nazioni europee”, gli “egoismi nazionali” e i “calcoli elettorali”.
Il direttore della Migrantes ricorda anche l’incontro di dicembre a Marrakech, in Marocco, durante il quale è stato approvato il Global Compact, il patto delle Nazioni Unite che stabilisce le norme generali per definire un approccio comune alla migrazione internazionale in tutte le sue dimensioni. “La realtà delle migrazioni – dice il sacerdote si può affrontare solo insieme”: “le migrazioni devono essere sicure, legali e ordinate”. Non si può pensare, infatti, che il problema si risolva “semplicemente impedendo” gli sbarchi: “bisogna andare alla radice di queste realtà, vedere in che condizioni si trova una buona parte dell’umanità. E agire in questo ambito, dalla vendita delle armi, a una maggiore giustizia sociale”. Purtroppo “oggi si bada di più al calcolo elettorale”, “di bottega”, invece di “pensare alla crescita e al bene dell’Europa e dei suoi Paesi”, “oltre che di queste persone”. L’avvicinarsi delle elezioni europee, conclude, “non aiuta a guardare con obiettività la realtà”, e tanti sono tentati di “cancellare il volto umano di queste persone”.
Il direttore della Migrantes ricorda anche l’incontro di dicembre a Marrakech, in Marocco, durante il quale è stato approvato il Global Compact, il patto delle Nazioni Unite che stabilisce le norme generali per definire un approccio comune alla migrazione internazionale in tutte le sue dimensioni. “La realtà delle migrazioni – dice il sacerdote si può affrontare solo insieme”: “le migrazioni devono essere sicure, legali e ordinate”. Non si può pensare, infatti, che il problema si risolva “semplicemente impedendo” gli sbarchi: “bisogna andare alla radice di queste realtà, vedere in che condizioni si trova una buona parte dell’umanità. E agire in questo ambito, dalla vendita delle armi, a una maggiore giustizia sociale”. Purtroppo “oggi si bada di più al calcolo elettorale”, “di bottega”, invece di “pensare alla crescita e al bene dell’Europa e dei suoi Paesi”, “oltre che di queste persone”. L’avvicinarsi delle elezioni europee, conclude, “non aiuta a guardare con obiettività la realtà”, e tanti sono tentati di “cancellare il volto umano di queste persone”.