Chieri: “accogliamo per una Chiesa spalancata”

Torino – Una festa comunitaria per inaugurare l’alloggio che ospiterà giovani migranti, per aiutarli a inserirsi nella società: domenica 9 dicembre a Casa Pamparato, in via Balbo, con un «pranzo condiviso» al quale ognuno ha portato una pietanza si è avviato il progetto «Accogliamo, per una Chiesa spalancata» frutto di una convenzione tra la parrocchia, i tre ospiti e l’Ufficio per la pastorale dei Migranti (Migrantes) della diocesi di Torino che durerà sei mesi, rinnovabili.

«La parrocchia mette a disposizione l’alloggio, che una famiglia ci presta in comodato d’uso gratuito» spiega il parroco don Marco Di Matteo «inoltre fornisce un fondo cassa per le varie spese, dalle bollette all’acquisto del cibo. I ragazzi si impegnano alle norme di civile convivenza, alle loro attività e, nel caso inizino a guadagnare, a contribuire alla gestione economica».

Don Marco, che prima di arrivare in Duomo era parroco a Savigliano, aveva collaborato all’iniziativa «Pro-Tetto Migranti» che proprio in questi giorni ha ricevuto il «Premio Mario Riu» per essersi distinta sul piano di accoglienza e integrazione per 15 stranieri. «È così ma l’iniziativa del Duomo l’ho ereditata: l’idea risale all’anno scorso, e la preparazione pratica è cominciata all’inizio di quest’anno».

Lo spunto è partito da un gruppo di giovani della parrocchia, affiancati dal parroco don Domenico Cavaglià: «Hanno partecipato a un’esperienza di accoglienza e accompagnamento dei migranti, in centro Italia con i Padri Scalabriniani, e poi si sono domandati se qualcosa del genere non si sarebbe

potuto replicare anche da noi». «Ci siamo detti che non siamo in grado di accogliere chi è appena sbarcato dal barcone, e che dunque avremmo puntato su un lavoro diverso rispetto alla prima accoglienza gestita dalle prefetture e dalle cooperative» spiega Simone Garbero, uno dei coordinatori «abbiamo scelto di rivolgerci a chi è qui già da qualche tempo, ed è in regola col permesso di soggiorno. L’obiettivo è accogliere queste persone, e accompagnarle verso una vita autonoma». Il reperimento dell’alloggio poteva essere il problema maggiore: «Invece s’è risolto grazie a una famiglia di parrocchiani, che ce l’ha messo a disposizione con un comodato d’uso gratuito», segnala il parroco.

I tre ospiti sono stati segnalati dall’Ufficio Migrantes diocesano. Sono Arouna Soulemana, 28 anni, del Togo, e dal Gambia Lamin Kijera, 18 anni, e Ebou Ndoure, 21: «Arouna è un sarto, Ebou avrà a breve una borsa lavoro che lo impiegherà in un’azienda agricola, e Lamin sta frequentando sia la scuola per ottenere il diploma di terza media sia un corso da elettricista».

Firmando la convenzione, si sono impegnati alla «restituzione sociale»: «Vuol dire che se iniziano a guadagnare qualcosa una parte deve essere destinata alla gestione della casa, per vitto e alloggio. Inoltre chiederemo loro di svolgere qualche servizio per la comunità cittadina sia per la parrocchia che per il Comune». (Enrico Bassignana – La Voce e il Tempo – Torino)