Roma – Un ritiro insolito, quello di quest’anno della Fondazione Migrantes, a Roma, presso le “Piccole Sorelle di Gesù”, in prossimità delle festività natalizie. Insolito perché è la prima volta che l’Organismo pastorale della CEI, ha deciso di meditare e fare una riflessione comune sul vero senso del Natale. In una oasi di pace e di assoluto silenzio, tutti raccolti intorno ad un tavolo, Don Giovanni De Robertis, Direttore generale, con la semplicità che lo contraddistingue, ha posto l’accento sull’importanza dello stare insieme sottolineando il valore della natività non come un occasione da calendario, ma come momento clou della cristianità da non smarrire o di anteporre alla realtà consumistica che ci circonda.
Questo senso di intimità profonda deve far scaturire in ognuno di noi un rafforzamento della propria fede che vede nel Salvatore il rifugio delle nostre sofferenze, delle nostre problematiche quotidiane e affidarle a Colui che tutto può. Questo non deve essere un gesto di routine, ma deve avere la potenzialità della piena espressione di comunione con l’Altissimo a cui fare riferimento.
Quale momento migliore, l’Avvento, per metterci di fronte alle nostre responsabilità, alle nostre debolezze che suscitano momentanea soddisfazione, ma spesso ci allontanano dai veri valori cristiani. E’ il punto centrale del Natale: mettere al centro della nostra coscienza Gesù e se intendiamo dare valore alla nostra vita, dobbiamo affidarci completamente a Lui quale guida certa nel cammino della nostra esistenza.
Ma il Natale va vissuto anche in funzione di una riflessione culturale che richiama con forza i soggetti più vulnerabili: i migranti, i senza tetto, i senza lavoro, sono tutti uomini che vivono accanto a noi ma rischiano una emarginazione senza ritorno. Ecco, allora, che accostarsi al Natale necessita di una visione più larga che faccia richiamo alle proprie coscienze senza esclusioni, ma di accompagnamento ai tanti disperati che affollano le nostre città con gesti consapevoli che facciano vivere il Natale nella reciprocità che dovrebbe contraddistinguerci.
A questi richiami ha dato voce anche Suor Daniela che nella sua serenità ha scandito le storie delle Piccole Sorelle, che non rappresentano un’isola lontana, ma sono presenti con il loro calore, la loro ricchezza interiore accentuando il senso pieno dell’Avvento.
Le sue riflessioni, aiutate dalle esperienze vissute ci hanno donato momenti di intensa emozione interiore con cui guardare la nostra vita, i nostri percorsi e, soprattutto, come rapportarci con l’altro. In alcuni momenti ci è sembrata fuori dai contesti odierni, ma la sua serenità, la sua devozione incondizionata è stata travolgente e meritevole.
Una occasione arricchente che il vescovo, Mons. Guerino Di Tora, Presidente della Migrantes e della Commissione CEI per le Migrazioni ha accentuato nella sua omelia esortando a considerare il Natale non solo il 25 dicembre, ma a ricordarlo tutti i giorni. La vera natività è quella che noi stessi costruiamo in una dimensione più vasta, che va oltre la nostra sfera, la nostra visione egocentrica, ma che si confronta in una circolarità sinergica degna dell’essere cristiani. E’ la gioia del Natale che contribuisce ad aprire i cuori e accorciare le distanze. Solo se raggiungiamo la consapevolezza dell’assoluto valore dell’Avvento, saremo in grado di capire di aver fatto un passo in avanti. (Franco Dotolo)