Ostia – “Prete delle carovane, dei circhi e dei luna park”. Così veniva definito don Dino Torreggiani. La sua figura è stata ieri al centro della prima giornata dei lavori dell’incontro nazionale degli operatori pastorali dello spettacolo viagginate della Fondazione Migrantes in corso a Ostia fino a domani.
A ricordare la sua figura mons. Pier Giorgio Saviola già direttore generale della Fondazione Migrantes e già responsabile dell’Ufficio Migrantes per la pastorale dello spettacolo viaggiante. Don Torreggiani, fondatore dell’Istituto Secolare dei Servi della Chiesa – al quale appartiene mons. Saviola – ha ripercorso la sua vita e il suo impegno accanto alle persone dello spettacolo viaggiante.
Questo suo impegno parte nel marzo del 1931 quando alcuni ragazzi dell’Oratorio di Reggio Emilia informano don Dino che nelle vicinanze, al Mercato vecchio, attorno ad una carovana, c’è gente che piange: pare ci sia una donna in fin di vita. É lo stesso don Dino che racconta: “Corsi, senza nulla pensare, soltanto preoccupato di portare i conforti religiosi a quella creatura morente. Fui accolto con tanta cordialità e riconoscenza. Ricordo quel funerale, che fu di edificazione a tutta la parrocchia. Quell’episodio, senza accorgermi, segnava una svolta nella mia vita… Poche settimane dopo, tornai al Mercato vecchio, quasi sospinto da una forza misteriosa. Due carovane e una piccola arena sostituivano la carovana già partita per altro destino. Guardavo incuriosito una donna che stava lavando i panni: “Padre, venga — mi disse — siamo cristiani anche noi”… Verso la Pasqua dello stesso anno, un signore — era il cav. Manfredini — per mezzo di Angelo, un mendicante che con il cane ammaestrato girava per la città e viveva fra le carovane in sosta, mi mandò a chiamare e mi chiese di preparare alla Pasqua ormai vicina i componenti del piccolo Luna Park. Fu una rivoluzione per la mia anima. Incominciai a fare conoscenza con le varie famiglie: scoprivo un nuovo mondo di gente cordiale e amica… Conservo alcune fotografie di quei tempi lontani: sono volti, uomini, episodi che rallegrano la mia anima sacerdotale e la mia vita randagia, libera e felice, fra i “donatori della gioia” al popolo”…
Per decenni, come si legge nella sua biografia pubblicata sul sito dei servi della Chiesa, quel mondo inesplorato di sinti e rom, di nomadi, di giostrai e di circensi, sarà come la sua nuova grande famiglia. E a chi gli rimprovera la sua amicizia con i ladri di galline, don Dino risponde: “Quando arrivano gli zingari, chiudete i pollai e aprite il cuore”.
Nel ’58, nascerà l’OASNI (Opera per l’Assistenza Spirituale ai Nomadi in Italia) che confluirà nella Fondazione Migrantes.