Spettacolo viaggiante: una pastorale “itinerante” che parte dall’ascolto

Ostia – “L’ascolto itinerante della gente dello spettacolo viaggiante è necessariamente frammentario, in quanto raramente gli agenti pastorali riescono a seguire tutti gli spostamenti di fieranti e circensi. Certamente la tecnologia della comunicazione può dare una mano a mantenere una comunicazione costante, ma non può sostituire l’incontro personale”. Lo ha detto questo pomeriggio padre Fabio Baggio, sottosegretario della sezione Migranti e Rugiati del Dicastero Vaticano  per lo Sviluppo Umano e Integrale intervenendo a Ostia all’incontro sul tema  “Testimoni del Vangelo di Gesù tra fieranti e circensi. L’accoglienza e l’ascolto della gente del viaggio” promosso dalla Fondazione Migrantes e al quale partecipano  gli operatori della pastorale del circo  del luna park. Per il religioso la situazione più frequente “vede un ascolto svolto da operatori pastorali diversi in luoghi diversi, a seconda dei movimenti degli interlocutori. Da questa semplice constatazione emerge la necessità di promuovere una collaborazione regolare tra gli operatori che nelle diverse Chiese particolari si occupano della pastorale dello spettacolo viaggiante”. L’incontro di questi giorni – ha detto ancora p. Baggio – rappresenta “una manifesta attuazione di questi orientamenti e ritengo importante che questi spazi di dialogo collaborativo siano  assicurati in modo regolare”. Il lavoro pastorale a “più mani”, poi, richiede “un coordinamento centrale, affinchè l’impegno di ciascun operatore sia inserito in un quadro di missione condiviso e approvato dalla competente autorità ecclesiastica. Nel caso della pastorale dello spettacolo viaggiante pare necessario che tale coordinamento sia svolto a livello nazionale e sia affidato alla Fondazione Migrantes”. 
E’ necessario, però, anche il coordinamento di questa pastorale con gli altri settori della pastorale migratoria, come pure il coordinamento di quest’ultima con la pastorale d’insieme a livello diocesano”.
Oggi la mobilità umana pone “sfide nuove e complesse al mondo e alla Chiesa; ma la definizione di tali sfide è essa stessa una sfida”, ha spiegato p. Baggio evidenziando che per identificare “correttamente le sfide, il primo compito degli agenti pastorali è quello di realizzare un’analisi obiettiva della realtà migratoria nel territorio di loro competenza, che può essere una parrocchia, una diocesi o una nazione. Tale analisi deve iniziare da una mappatura e da un profilo della popolazione migrante e dei membri delle loro famiglie nella loro parrocchia, diocesi o nazione”. Padre Baggio ha evidenziato come una “buona progettazione pastorale” deve sempre considerare almeno quattro documenti magisteriali: la Costituzione Apostolica Exsul Familia Nazarethana di Pio XII (1952), l’Istruzione Nemo est della Sacra Congregazione dei Vescovi (1969), la Lettera Circolare “Chiesa e mobilità umana” della Pontificia Commissione per la Pastorale delle Migrazioni e del Turismo (1978), e l’Istruzione Erga Migrantes Caritas Christi. “L’odierna mobilità umana – ha detto p. Baggio – ripresenta l’esperienza di migrazione, esilio e deportazione del Popolo d’Israele così come ci narra la Sacra Scrittura. Milioni di migranti sono coinvolti nell’esodo contemporaneo, alla ricerca della terra promessa. Come i viaggi biblici, le migrazioni oggi rappresentano la parabola della lontananza dell’umanità da Dio e il suo permanente anelo verso la vera patria. Accogliere lo straniero è un segno di civiltà e il dovere di ospitalità è la regola d’oro in molte tradizioni religiose e culturali”. Le persone in movimento, attraverso “complesse dinamiche transnazionali”, contribuiscono alla “globalizzazione del mondo attuale”. Le società multiculturali diventano “parabole della ‘comunione nella diversità’”. Tutti i soggetti di mobilità umana,  e ancor più la gente dello spettacolo viaggiante, ha poi aggiunto il relatore, sono “per definizione persone in movimento e perciò il loro ascolto non può che essere itinerante, come del resto lo è tutta la missione in questo speciale ambito pastorale”. Nel caso della pastorale dello spettacolo viaggiante p. Baggio ha indicato quattro elementi: il binomio “gioia” e “meraviglia”, che sono i “sentimenti positivi generati nella gente dall’arte ricreativa di circensi e fieranti”. La generazione di questi sentimenti, che “fanno tornare all’infanzia felice, sono frutto di un divertimento sano, che non ha bisogno di ricorrere alla volgarità”; il secondo elemento è la “fede”. Nell’itineranza, che spesso è “sinonimo di precarietà, diventa più naturale affidarsi a Dio, vivere una fede personale fatta di abbandono alla volontà divina. E’ questo il caso di molti fieranti e circensi, che spesso hanno nella loro famiglia l’unica comunità cristiana di riferimento per pregare e celebrare la vita, giacché risulta loro impossibile partecipare di una comunità parrocchiale in modo stabile”. Esiste però, ha detto il religioso, “l’opportunità di incontrare le realtà parrocchiali dei luoghi toccati dall’itineranza, incontro che diventa occasione di preparazione e celebrazione dei sacramenti, di condivisione di vita e di preghiera”; Il terzo elemento è la “testimonianza”, che nel caso dei circensi e fieranti è spesso “testimonianza di vita vissuta, testimonianza di lavoro duro e tenace dedizione, accompagnata spesso dai sacrifici e dalle rinunce che l’itineranza impone. Ma è anche testimonianza di valori radicati nella tradizione culturale e religiosa di essi vanno fieri”. Ed è proprio la situazione di itineranza che permette ai fieranti e circensi di “estendere lo spazio della loro testimonianza cristiana, arrivando anche alle persone a cui è difficile che oggi arrivi la Parola di Dio”. E poi l’ ’”accoglienza”. Benedetto XVI nel 2012 aveva sottolineato l’accoglienza e l’ospitalità come valori molto presenti nel mondo dei fieranti e dei circensi mentre Papa Francesco, in occasione del Giubileo dello spettacolo viaggiante ha ripreso il concetto, incoraggiando circensi e fieranti a promuovere soprattutto “l’accoglienza dei più vulnerabili”.
La relazione di p. Baggio ha aperto – dopo i saluti del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis – i lavori della tre giorni che si concluderà giovedì mattina con una celebrazione Eucaristica per i 50 anni di professione religiosa di sorella Jeanningros Genevieve delle Piccole sorelle di Gesù.   Oggi anche una relazione di mons. Piergiorgio Saviola sul “cammino della causa di beatificazione del Servo di Dio don Dino Torreggiani” mentre domani mattina celebrazione presso la Parrocchia S. Maria Regina Pacis di Ostia. Poi spazio a “fieranti e circensi si raccontano”. Nel pomeriggio don Marco Cagnin, operatore pastorale della diocesi di Treviso. Il 22 novembre  le conclusioni affidate a don Mirko Dalla Torre della Consulta Nazionale dello spettacolo viaggiante. (Raffaele Iaria)