Modena – La seconda giornata del festival della Migrazione, promosso fra gli altri dalla Fondazione Migrantes, si è aperto questa mattina con l’incontro “Lo sport insegna”. Tra i protagonisti, Matteo Marani, Maurizio Boschini, Catia Pedrini e Csi Modena.
Si è partiti con una storia originale: quella di Peter Norman al centro di un monologo teatrale scritto da Maurizio Boschini. “Quando ho iniziato a scrivere questa storia – ha detto questa mattina davanti a cemtinaia di persone in maggioranza studenti delle scuo,e modenesi – non avevo presente che potesse essere ancora attuale”. Un atleta – ha spiegato Boschini – australiano che alle Olimpiadi del 1968 arrivò secondo nella gara dei 200 metri e sul podio partecipò alla protesta Tommie Smith e John Carlos. La decisione dell’autore del monologo, oggi dirigente d’azionda, è arrivata quando ha “scoperto che cosa aveva fatto nello spogliatoio dopo la gara in cui aveva appena conquistato la medaglia d’argento. Norman si è trovato davanti a un bivio: poteva – ha detto Boschini – decidere di non partecipare alla protesta, invece ha scelto di mettersi una spilla a favore delle battaglie per i diritti umani. Una decisione che di fatto ha portato all’esclusione di Norman non solo dalla sport ma anche dalla società. Quello a cui puntiamo con questo monologo non è tanto raccontare il 1968 ma quello che viviamo oggi e vivremo domani”.
Altra storia presentata in mattina stata quella di un allenatore di origine ebraica. Si tratta di Arpad Weisz. A raccontarla il vicedirettore di Ski Sport Matteo Marani, autore del libro “Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo”. E la storia – ha detto Marani – dell’allenatore della squadra della mia città, la storia di una famiglia che abitava vicino a dove abito io a Bologna, è la storia di due ragazzini Roberto e Clara che hanno fatto le stesse scuole che hanno fatto i miei figli. È come se il vicino di casa di ognuno di noi fosse scomparso di casa da un giorno all’altro”. “Nessuno – ha quindi aggiunto – prima delle mie ricerche e del mio libro si era mai posto il problema di dove fosse finito Weisz. Mi fa una grande impressione pensare che sia potuto accadere una cosa del genere a Bologna”.
Durante la mattinata anche l’esperienza di alcune signore del Csi di Modena che periodicamente si recano nel carcere della città per promuove incontri attraverso la Pallavolo. E la presidente del Modena Volley, Catia Pedrini, ha rimarcato come ooggi “non possiamo in nessun modo perdere di vista i valori fondanti del popolo italiano, un popolo che accoglie”.
Al termine della mattinata il “Pranzo dei popoli: conoscere una cultura attraverso il cibo e non solo” – con la partecipazione di oltre 300 persone – e poi un incontro, alle 16 di oggi, con Carlotta Sami, portavoce UNHCR e Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere Italia. Alle 18 la parola ai giornalisti con Vito D’Ettorre e Annalisa Camilli mentre in serata, al Forum Monzani, Romano Prodi, Ilvo Diamanti e mons. Gian Carlo Perego, discuteranno della “sfida della migrazione”. (Raffaele Iaria)