Rapporto Italiani nel Mondo: vivere nella differenza ma senza diffidenza

Roma – I grandi spazi metropolitani cosmopoliti, portano con sé la promessa di una libertà illimitata e contemporaneamente il rischio di un forte anonimato, specialmente per i più vulnerabili.

Migrare significa allontanarsi umanamente da ciò che è certo per conoscere l’ignoto e questo potrebbe portare a casi di perdita dell’orientamento nel percorso che ci si è dati. Si ricorre – si legge nel rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma –  della perciò ai succedanei sintetici o allo stordimento con droghe o con alcool e il malessere viene sopito senza però essere affrontato. Il malessere della generazione neo-mobile si tramuta in varie e diverse per gravità, forme depressive: malinconie, perdite senza rimpianti, amori non corrisposti, separazioni, delusioni o fallimenti, ma anche i successi inaspettati e le scelte difficili possono tramutarsi alcune volte in disperazione. E quando lo spaesamento metropolitano e la sofferenza urbana non vengono riconosciuti e “accolti”, si passa a patologie ben più gravi come lo stato di povertà e di abbandono, la perdita dell’autonomia e dell’equilibrio nella propria vita fino alla vita in strada e diventa non difficile incontrare dei senza fissa dimora italiani nelle principali capitali europee oppure degli italiani illegalmente presenti sul territorio di una nazione che vengono messi in stato di detenzione ed espulsi.

Il caso di Londra è emblematico. Da gennaio a luglio 2018 sono stati 3.800 gli interventi realizzati dall’Ufficio Servizi Sociali del Consolato Generale di Londra. Con una media di 21 interventi al giorno, o 633 al mese, gli interventi hanno riguardato tipologie molto ampie di aiuto a residenti e turisti, includendo anche il supporto a chi è vittima di furti, o ha problemi di salute, o di cui viene segnalata la scomparsa. Sono almeno 126 gli italiani che vivono in povertà estrema nella Capitale inglese. La nazionalità italiana è al quarto posto tra quelle europee presenti a Londra tra i senza fissa dimora. Solo nel 15% dei casi di tratta di donne. Di molti non si conosce la nazionalità né il sesso. La metà di loro ha un problema di salute mentale, seguito da situazioni di difficoltà causate da alcool e droga.