Bruxelles – “È un diritto fondamentale di tutti gli esseri umani quello di vivere in dignità nel proprio Paese d’origine senza essere costretti a spostarsi”. È un punto fermo della riflessione che sta conducendo la Commissione degli episcopati della comunità europea (Comece) in relazione al tema delle migrazioni e che rilancia in una nota sul sito ripreso dal Sir. In particolare difesa della libertà religiosa e cooperazione europea allo sviluppo sono oggi le due strade da percorrere per affrontare alla radice le cause profonde delle migrazioni. Una cooperazione che “non dovrebbe basarsi su approcci ideologici, né strumentalizzare popoli e Paesi, ma andare a beneficio delle persone da tutti i punti di vista, compresi il benessere spirituale e morale”. Allo stesso tempo, tuttavia, ricorda ancora la Comece, tutti hanno il diritto “di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio”, come riconosce la Dichiarazione universale dei diritti umani. Nei numerosi incontri a cui partecipa in queste settimane, la Comece si sta facendo portavoce di queste istanze e che nascono in primo luogo dal suo monitorare la situazione delle migrazioni e riflettervi, nel contesto del gruppo di lavoro della Comece sulle migrazioni e l’asilo che si riunisce regolarmente (prossimo appuntamento il 22 novembre). Tra gli elementi che la Comece evidenzia su questo tema dalle mille sfaccettature, anche “il principio secondo cui la sicurezza dovrebbe mirare a proteggere gli individui, le famiglie e le comunità, inclusi migranti e rifugiati”.