Roma – Per il momento il decreto sicurezza non è stato ancora presentato ed è “in atto una discussione”. Lo ha detto questa mattina il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione della presentazione del documento finale del Consiglio Permanente della Cei che si è svolto questa settimana a Roma. Il porporato ha evidenziato che il testo è uscito in concomitanza con i lavori del parlamentino della Cei e non ha “avuto ancora modo di approfondirlo”. I vescovi sono comunque preoccupati per questo testo: “mi sembra molto restrittivo ma deve essere ancora discusso, approfondito, deve ancora intervenire il Presidente della Repubblica” per cui anche qualche osservazione “credo possa essere utile”.
Il card. Bassetti è preoccupato per “l’abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, o anche la loro riduzione: si rischia di esporre – ha detto – tante persone a un futuro incerto. Così come mi preoccupa l’espulsione legata al primo grado di condanna, mentre la nostra Costituzione prevede la presunzione di colpevolezza fino al terzo grado di giudizio”. Il decreto – ha quindi aggiunto – “dovrebbe fronteggiare un periodo di emergenza, e invece tende ad abolire la concessione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, e non solo per motivi di emergenza”. In questo modo, “si toglie ai prefetti e ai giudici la discrezionalità esercitata nel riconoscimento della protezione umanitaria. In assenza dei permessi suddetti l’unica via possibile è rilasciare permessi speciali per cure mediche o per il ritorno nei Paesi di origine per breve tempo”. Nel testo del decreto vengono inoltre “ampliati i reati per il diniego della protezione”, ad esempio prevedendo che “la cittadinanza venga revocata per reati non necessariamente gravissimi”.