Roma – “Si fa un grande passo indietro rispetto alla struttura che era stata costruita nel dialogo con i sindaci e le Regioni. Andiamo a costruire, con un passo all’indietro, grandi centri nazionali con persone messe all’ammasso con scarsità di servizi e una cattiva accoglienza”. Lo ha detto il direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), Mario Morcone, in un’intervista del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il decreto Salvini. Morcone, prefetto di lunga esperienza e con numerosi incarichi, oltre a guidare l’Agenzia beni confiscati alle mafie, per due volte ha diretto il dipartimento del Viminale per le Libertà Civili e l’Immigrazione.
“Ci saranno dunque – ha aggiunto Morcone – più marginalità e fragilità. Il rischio è anche una maggiore disponibilità a cadere nelle mani della criminalità organizzata. Questo è terribile perché aumenterebbe la criminalità e il conflitto. È un decreto che alla fine invece di dare più sicurezza darà più insicurezza. Ci sono inoltre delle piccole perfidie che non so come verranno attuate come le procedure di frontiera accelerate. Forse a Gorizia possono avere un senso ma a Pozzallo o a Siracusa ad esempio le vedo un po’ complicate. C’è sicuramente un passo indietro rispetto ai diritti e la scomparsa definitiva della parola integrazione”.
“Con il decreto Salvini – ha concluso Morcone – il numero dei migranti irregolari in Italia aumenterà enormemente perché non sarà possibile rimpatriarli e in alcuni casi non sarà neanche giusto. Avremo delle persone allo sbando molto spesso sulle panchine delle stazioni”.