Roma – “Purtroppo paghiamo un prezzo altissimo in termini di vite umane per l’insufficienza di operazioni di soccorso in mare, dopo che tutte le ong presenti sono state costrette a cessare la propria attività di ricerca e soccorso”. Lo scrive oggi in una nota il centro Astalli commentando la morte di oltre 100 persone in un naufragio al largo della Libia il primo settembre scorso, come ha riferito “Medici Senza Frontiere”, riportando alcune testimonianze dei sopravvissuti. “Se non si varano subito nuove politiche europee che mettano al centro la vita e la dignità delle persone purtroppo questo rischia di essere forse il primo di una tragica serie di naufragi di cui sarà sempre più difficile avere notizie”, commenta p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, che aggiunge: “Chiediamo l’attivazione immediata di canali umanitari per chi ha diritto di chiedere asilo in Europa, visti e quote d’ingresso che permettano di gestire in sicurezza i flussi migratori verso l’Unione europea e, nell’immediato, un’operazione adeguata che salvi chi è costretto a fuggire da una Libia in fiamme”. (R.I.)