Palermo – Saranno una trentina gli immigrati che parteciperanno, il prossimo 15 settembre, all’incontro di Papa Francesco con i giovani della città. Saranno accompagnati da don Enzo Volpe, che da sei anni dirige il Centro salesiano Santa Chiara, in uno dei quartieri storici palermitani, quello di Ballorò, dove convivono persone provenienti da religioni e culture diverse “Andrò al Politeama – spiega il sacerdote – insieme con 30 giovani immigrati anche se chiamarli così è sbagliato, sono quasi tutti nati qui, sono ‘palermitani’, parlano più in dialetto che nella loro lingua d’origine. Qui a Ballarò abbiamo dimostrato che la convivenza e l’integrazione è possibile. Quo accogliamo tutti”.
A Palermo sono circa 40mila i migranti residenti, dice p. Sergio Natoli dell’Ufficio Migrantes: il 60 per cento sono cristiani e di questi circa 15 mila sono cattolici. Per “comunità cattoliche intendiamo quelle che si riuniscono in modo regolare e continuativo per esercitare la loro fede”. La più numerosa è quella dello Sri Lanka che conta due etnie, Tamil e Cingalese: 6 mila persone in tutto, circa 4 mila cattolici”. In occasione della visita del Papa le diverse comunità hanno messo insieme un gruppo di 60 giovani di 12 Paesi diversi che lo abbracceranno simbolicamente: parte di loro formeranno un coro, altri daranno vita ad una coreografia, tutti insieme in piazza Politeama si esibiranno in due canzoni, “Oh happy day!” e “Se ciascuno fa qualcosa”, quest’ultima scritta dallo stesso padre Natoli. “Il messaggio che vogliamo mandare a tutti i giovani che saranno in piazza Politeama – sottolinea il rappresentante della migrantes diocesana – per il Santo Padre è che è possibile stare insieme, costruire un arcobaleno di popoli. Ma è necessario innanzitutto respingere i segnali di razzismo e xenofobia”.