Roma – Differente. non indifferente, questo il claim che riassume lo spirito del PerSo Film Festival 2018, di scena a Perugia dal 20 al 30 settembre. La kermesse si è ritagliata, nel giro di pochi anni, un posto importante nel panorama dei concorsi a livello internazionale. Tanti infatti i titoli arrivati da ogni parte del mondo e selezionati nei concorsi dalla direzione artistica nelle cinque competizioni in programma. Una città, quattro sale cinematografiche, dieci giorni di festival, cinque categorie di concorsi, i Masterpiece (fuori concorso), oltre 60 titoli nazionali e internazionali in programmazione, 8 anteprime italiane e premi in denaro. Inoltre, laboratori, workshop, formazione per i giovani cineasti, finanziamento di nuove produzioni, incontri e match con finanziatori e addetti di produzione. Sono i numeri della IV edizione del PerSo. Una kermesse unica per certi aspetti, un evento capace di coinvolgere un’intera città, comprese strutture, persone e pezzi di comunità non sempre integrate. Uniche infatti sono le giurie composte dalle detenute e dai detenuti della Casa circondariale di Perugia-Capanne, così come la giuria dei richiedenti asilo. La volontà è quella di affiancare due diversi modi di osservare e valutare la realtà, realizzando un avvicinamento tra mondi marginalizzati e la società culturale in cui viviamo.
La giuria dei richiedenti asilo quest’anno, assegnerà il premio del Concorso cortometraggi Percorsi/Prospettive, un progetto del PerSo realizzato con il sostegno di MiBACT e SIAE, per i registi under 35 e dedicato ai temi dell’integrazione sociale e del pluralismo culturale.
L’idea delle due giurie speciali che possano giudicare le opere in concorso e assegnare dei premi all’interno del Perugia Social Film Festival nasce nel momento stesso in cui il PerSo si trasforma da “rassegna del documentario sociale” in concorso cinematografico a sezioni.
La prima scommessa per la giuria dei migranti è stata quella della lingua. I giovani richiedenti asilo che hanno aderito al progetto, selezionati nella prima edizione di questa giuria dall’Arci tra i beneficiari dello SPRAR, erano tutti africani ma con provenienze diverse e lingue differenti. Come spiegano Maurizio Giacobbe e Marta Bettoni, coordinatori delle giurie speciali: “Costituire un gruppo unito e capace di lavorare in sintonia non è stato facile, sia per i diversi livelli di conoscenza dell’italiano, sia per le diverse personalità, attitudini, capacità di concentrazione. Con loro è necessario lavorare più intensamente per la formazione e soprattutto per raddoppiare la visione dei film in concorso in modo da assicurarne la completa comprensione. Quello che si è voluto realizzare è stato un avvicinamento tra mondi marginalizzati e realtà sociale e culturale in cui viviamo. I membri delle giurie speciali guardano ai prodotti di questa realtà (i film in concorso) guidati dagli strumenti che la formazione ha fornito loro ma anche dalla risposta emotiva che i film suscitano; pur messi a conoscenza di alcuni meccanismi e ragioni della produzione di un’opera cinematografica, conservano di fronte ad essa spontaneità e immediatezza di giudizio”. Dal 2017 la selezione dei giurati è affidata ad un’altra cooperativa che gestisce il progetto SPRAR, la cooperativa Perusia. La giuria 2018 è in fase di formazione.