Torino – Un pulmino bianco e verde per portare aiuti ai profughi accampati a Ventimiglia. Una iniziativa, come racconta un servizio pubblicato dal settimanale della diocesi di Torino “La Voce e il Tempo”, è nata su volontà di quattro giovani (Fernanda, Federica, Marco e Costanza), che una volta riempito, siamo nel 2015, il furgone partono per Idomeni, un villaggio greco ai confini della Macedonia. Qui sorge un campo profughi immenso, che ospita da 8000 a 15.000 persone in fuga da Siria, Afghanistan, Pakistan e altri paesi in guerra. Il furgoncino verde è carico di materiale raccolto presso amici, parrocchie e gruppi scout di Torino e della Valsusa. E l’iniziativa si ripete fino alla nascita, assieme a decine di amici universitari e neolaureati, di un’associazione che chiameranno “Pulmino Verde”. E, mentre il pulmino continua a far la spola fra Torino e Ventimiglia, nasce un progetto che guarda lontano: l’informazione presso le scuole. Il primo esperimento è del 2018 e avviene nel liceo linguistico torinese Spinelli, con un Laboratorio di cittadinanza attiva. Si parte dalle definizioni, esplorando le differenze sociali tra clandestino, profugo, immigrato. Gli incontri toccano la geografia dei paesi coinvolti nelle migrazioni, la storia dei rapporti fra nazioni, il diritto internazionale. Si scopre che le migrazioni fanno parte della storia dell’umanità, da sempre. Si va a caccia – scrive il giornale – perciò di dati scientifici, si smontano i meccanismi delle bufale nei social, si sperimentano giochi di ruolo in cui ci si immedesima nelle parti in causa. E se capitasse a me? è la domanda ricorrente. Nonostante ciò, l’obiettivo del Pulmino Verde non è suscitare emozione, ma risvegliare il senso critico. Altra iniziativa è un laboratorio per i giovani del centro di accoglienza di Alpignano, chiamato Club del libro, dove si leggono e studiano testi di autori occidentali e africani. (R.I.)