Gozo (Malta) – “Si può comprendere che non ci siano soluzioni facili per quest’enorme emergenza che si sta verificando intorno a noi. Ma mosso dalla Parola di Dio e dall’esempio di nostro Signore Gesù Cristo, credo che come comunità credente non possiamo rimanere in silenzio e indifferenti di fronte a questa tragedia che sta coinvolgendo il nostro Paese e l’Unione europea”. È ancora il vescovo di Gozo (Malta), mons. Mario Grech, a prendere la parola in difesa dei “poveri del nostro tempo”: i “migranti che per un motivo o un altro lasciano il loro Paese in cerca di un futuro migliore”. Lo aveva già fatto la scorsa domenica e lo ha ripetuto con una lettera scritta ai fedeli di Gozo, letta nelle messe di sabato 14 e domenica 15 luglio e che mons. Grech stesso ha inviato al Sir. Nella lettera il vescovo prende le mosse da san Paolo, per dire che “la celebrazione dell’Eucarestia perde tutto il suo significato e la sua efficacia se i poveri sono ignorati e umiliati”, e che quindi “non possiamo partecipare all’Eucaristia per aprire il nostro cuore a Cristo e, allo stesso tempo, chiuderlo a coloro che soffrono”. In particolare il vescovo ha invitato i fedeli a sostenere il Servizio dei gesuiti per i rifugiati di Malta: “Anche se i nostri gesti fossero solo una goccia nell’oceano, parteciperemmo al lavoro di quest’organizzazione caritativa dei gesuiti a favore di questi poveri dei nostri tempi”. Questi gesti di generosità danno “un senso più profondo alle nostre celebrazioni eucaristiche”.