Blessing Okoedion: da schiava a eroe

Roma – “Sono molto onorata di essere qui oggi e voglio ringraziare ed esprimere tutto il mio apprezzamento per il lavoro instancabile e appassionato di molti movimenti che, in tutto il mondo, lottano contro la tratta di esseri umani e per ricostruire la dignità perduta di moltissime persone”. Sono le parole di Blessing Okoedion, giovane donna nigeriana trafficata in Italia e messa su una strada – e ora impegnata come mediatrice culturale – che ha ricevuto il 28 giugno a Washington il prestigioso riconoscimento di “eroe” contro la tratta dal Dipartimento di Stato Usa.

In occasione della presentazione del “Trafficking in Persons Report” (Tip Report), il Segretario di Stato americano, Michael Richard Pompeo, ha attribuito questo riconoscimento a nove persone, provenienti da altrettanti Paesi, che si sono distinte per il loro impegno contro le moderne schiavitù. Tra di loro, appunto, Blessing Okoedion, che in Italia ha vissuto la più orribile esperienza della sua vita, ma ha trovato anche il coraggio di ribellarsi, di denunciare e di mettersi al servizio di altre donne che stanno vivendo la sua stessa esperienza, aiutandole a trovare il coraggio di ribellarsi pure loro a trafficanti e sfruttatori.

Blessing ha scritto anche un libro, per raccontare la sua storia: Il coraggio della libertà (con Anna Pozzi, ed Paoline, 2017), che è appena stato tradotto anche in inglese: The Courage of Freedom (sempre Ed. Paoline).

“Vorrei che altre donne e ragazze nigeriane possano conoscere la mia storia – dice Blessing – perché possano vincere la paura e spezzare le catene invisibili di questa schiavitù. Dobbiamo unire le nostre voci per dire “basta” alla tratta di esseri umani”. “È capitato anche a me di essere una di quelle donne – ha raccontato Blessing durante la cerimonia di Washington -. Sono arrivata in Europa nel 2013 con un visto di lavoro di due anni. Ma era tutto un inganno. Quando sono giunta in Italia ho scoperto che l’impiego che mi era stato prospettato non esisteva. I miei sfruttatori mi hanno detto che ero in debito con loro di 65 mila euro e che avrei dovuto ripagarli attraverso la prostituzione. In quel momento ho capito di essere caduta nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Grazie a suor Rita Giaretta e a Casa Rut di Caserta sono riuscita a rimettermi in piedi, a riconquistare la mia dignità e a lottare per la libertà di altre donne e bambini africani, dicendo instancabilmente “no” alla tratta di esseri umani”.  

«È bello e importante che oggi Blessing riceva questo prestigioso riconoscimento – commenta suor Rita Giaretta – perché premia il coraggio, la determinazione e l’impegno di una donna che ha vissuto sulla sua pelle il dramma della tratta, ma che ha saputo anche ribellarsi, denunciare ed esporsi in prima persona per contrastare questo vergognoso fenomeno e per incoraggiare altre ragazze  a fare lo stesso. Questo riconoscimento a Blessing è un grande segno di incoraggiamento: per tutte noi di Casa Rut che da oltre vent’anni ci battiamo accanto a queste donne; per le giovani migranti che cercano di riprendersi la loro dignità di persone; ma anche per noi “occidentali”, che abbiamo confuso il benessere con il possesso di beni materiali e che abbiamo invece bisogno sempre di più di riprenderci innanzitutto il senso della vita. Grazie Blessing perché dai a tutti noi una grande speranza!».