Roma – Fino a quando “non ci renderemo conto del valore di ogni essere umano, purtroppo continueremo a lasciare queste persone morire oppure in condizioni disumane, come quelle in cui vivono in tanti campi profughi o in Libia”. E’ quanto ha detto il Direttore Generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, in una intervista pubblicata sul sito della Campagna CEI “Liberi di partire, liberi di restare”.
Il sacerdote ha sottolineato che si tratta di “persone umane”: se “non prendiamo coscienza di questo, non potremmo mai affrontare nel mondo giusto il fenomeno delle migrazioni”. “In Italia e in Europa – ha poi sottolineato don De Robertis – si sta diffondendo un clima di ostilità e di xenofobia”. “Gran parte degli immigrati – spiega – viene parcheggiata in grandi centri, l’87 per cento dei richiedenti asilo, i minori non accompagnati, compiuti i 18 anni, non sanno più dove andare: per il migrante che arriva in Italia cioè è un terno a lotto sapere se potrà o no costruirsi un futuro”. Tutto ciò, rileva, “non è imputabile agli immigrati, ma allo Stato che finanzia i diversi Cas, Cara e cooperative che a volte rubano”. “Perché non si affidano i migranti a tante associazioni che gratuitamente offrono la loro disponibilità?”, si chiede il direttore di Migrantes ricordando che “in Italia tanti Sprar ospitano al di sotto della loro capienza perché non vengono loro assegnate le persone”. “Si accusano le associazioni di lucrare, ma sono spesso le istituzioni che hanno affidato i migranti a quelle associazioni corrotte”, denuncia don De Robertis sottolineando che “i migranti non sono gli artefici, ma le vittime di questo sistema”.