Roma – “Ci sono memorie e memorie. Alcune ci confortano, ci danno pace, sollievo e addirittura ci rallegrano; altre, invece, ci turbano, c’inquietano, ci fanno star male. A dire il vero, la questione seria sarebbe la perdita della memoria e questo non vale solo per il nostro io psichico. Diremo pure che le memorie belle possono portare al rischio di acquietare, magari anche troppo sino ad addormentare. Le memorie provocatorie, invece, no: tengono svegli! Alcune memorie si possono rifiutare, allontanare, rimuovere. Le memorie provocatorie, al contrario, quando si accettano nella loro sfida possono anche aiutare a vivere”. Lo ha detto questa sera mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, presiedendo nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, u na veglia di preghiera ecumenica promossa dalla Fondazione Migrantes, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Caritas Italiana, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Acli, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa Scalabrini 634. Una preghier “Morire di Speranza” dedicato in particolare alla memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa. “Questa – ha detto il presule – è una preghiera in memoria… ‘di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa’. Ironia della parola! A parte la mitologia greca, per alcuni il termine ‘europa’ deriverebbe dal semitico ereb che indica il tramonto, il morire del sole. Occidente, appunto! Morire cercando la vita, ma in realtà muovendosi verso la morte. È il dramma, che offre lo spunto per la nostra preghiera di memoria”.
E riprendendo la lettera del Vangelo di matteo, tratta bdal capitolo 25, mons. Semeraro ha sottolijneato che mell’annuncio sul giudizio finale il Figlio dell’uomo “farà entrare nella vita eterna persone che hanno dato da mangiare e da bere, hanno curato, visitato e servito uomini e donne senza chiedere loro: tu chi sei? È quell’anonimato che viene dallo Spirito Santo”. “Più volte – ha poi concluso – nei suoi scritti san Tommaso d’Aquino ha ripetuto che ‘la verità, chiunque la dica, viene dallo Spirito Santo’. Più importante qui è proprio quel chiunque. Forse, facendo una trascrizione (spero non indebita), si potrebbe anche tradurre: la carità, chiunque la faccia, viene dallo Spirito Santo. Proprio considerando, poi, quell’amore donato a chiunque, il Figlio dell’uomo dirà: l’avete fatto a me”.
Durante la preghiera le organizzazioni promotrici hanno ricordato che dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 35.000 persone. Lo scoreo anno sono state 3.116 coloro che hanno perso la vita mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare, con una media di quasi 10 morti al giorno. E il 2018 purtroppo “si mostra altrettanto agghiacciante: da gennaio ad oggi risultano morte 587 persone”, secondo il dato aggiornato al 22 aprile 2018.. La preghiera “Morire di speranza” vuole essere un momento per non dimenticare “la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca protezione in Europa; per non rassegnarsi o assuefarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto”. Le associazioni promotrici chiedono ai governi, ai legislatori e alla comunità europea di “porre in essere ogni sforzo per proteggere i profughi e salvaguardare la vita e la dignità dei migranti. Aprire vie legali per chi ha diritto di chiedere asilo, attivare programmi adeguati di reinsediamento per i rifugiati e stabilire quote d’ingresso per i lavoratori stranieri sono misure non derogabili per governare il complesso fenomeno delle migrazioni e rendere le nostre società più inclusive e per questo sicure”. (Raffaele Iaria)
E riprendendo la lettera del Vangelo di matteo, tratta bdal capitolo 25, mons. Semeraro ha sottolijneato che mell’annuncio sul giudizio finale il Figlio dell’uomo “farà entrare nella vita eterna persone che hanno dato da mangiare e da bere, hanno curato, visitato e servito uomini e donne senza chiedere loro: tu chi sei? È quell’anonimato che viene dallo Spirito Santo”. “Più volte – ha poi concluso – nei suoi scritti san Tommaso d’Aquino ha ripetuto che ‘la verità, chiunque la dica, viene dallo Spirito Santo’. Più importante qui è proprio quel chiunque. Forse, facendo una trascrizione (spero non indebita), si potrebbe anche tradurre: la carità, chiunque la faccia, viene dallo Spirito Santo. Proprio considerando, poi, quell’amore donato a chiunque, il Figlio dell’uomo dirà: l’avete fatto a me”.
Durante la preghiera le organizzazioni promotrici hanno ricordato che dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 35.000 persone. Lo scoreo anno sono state 3.116 coloro che hanno perso la vita mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare, con una media di quasi 10 morti al giorno. E il 2018 purtroppo “si mostra altrettanto agghiacciante: da gennaio ad oggi risultano morte 587 persone”, secondo il dato aggiornato al 22 aprile 2018.. La preghiera “Morire di speranza” vuole essere un momento per non dimenticare “la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca protezione in Europa; per non rassegnarsi o assuefarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto”. Le associazioni promotrici chiedono ai governi, ai legislatori e alla comunità europea di “porre in essere ogni sforzo per proteggere i profughi e salvaguardare la vita e la dignità dei migranti. Aprire vie legali per chi ha diritto di chiedere asilo, attivare programmi adeguati di reinsediamento per i rifugiati e stabilire quote d’ingresso per i lavoratori stranieri sono misure non derogabili per governare il complesso fenomeno delle migrazioni e rendere le nostre società più inclusive e per questo sicure”. (Raffaele Iaria)