Roma – “Il ministro dell’Interno ci sta abituando a esternazioni da bar. È difficile pensare ad un ministro che si esprima in un certo modo”. Così il vescovo ausiliare di Roma e Presidente della Commissione Regionale per le Migrazioni per il Lazio, mons. Paolo Lojudice, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio della CEI, ha commentato l’annuncio di voler realizzare un censimento sui rom in Italia.
“La maggior parte dei rom in Italia – ha ricordato mons. Lojudice – sono cittadini italiani e la battuta del ministro cade e si vanifica da sola perché priva di significato”. “E’ chiaro – ha aggiunto mons. Lojudice – che la presenza di alcune migliaia di rom che vivono in situazioni molto precarie in alcune zone delle grandi città d’Italia è un problema serio e delicato che deve essere affrontato. Ben venga che per alcuni rom che vivono in quelle condizioni di degrado, come accade per molto italiani, si trovi una soluzione. Ma le problematiche vanno viste non perché si è in presenza di una razza o un’etnia. È un tema complesso e articolato non riconducibile a battute. Mi auguro che qualcuno spieghi al ministro qual’è la problematica e come intervenire in maniera intelligente e concreta per sostenere queste famiglie prima che arrivino a delinquere”. “Spero che nessuno dica mai sui rom – ha proseguito mons. Lojudice – che quella è la loro cultura. Questo sarebbe inaccettabile. Perché un bambino che nasce in un contesto degradato, malfamato e penso ad esempio alla mafia orientativamente purtroppo assumerà quel tipo di situazione. I problemi vanno analizzati in maniera seria altrimenti rischiamo di fare solo battute da bar senza affrontare le situazioni da legislatore o da chi è chiamato a governare un Paese. Queste persone devono essere considerate come esseri umani a prescindere dalle ideologie o dai partiti politici”.