Roma – In occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2018 la Fondazione Migrantes, insieme ad ACLI, Centro Astalli, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione, per il dodicesimo anno consecutivo, organizzano una veglia ecumenica in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa a cui partecipano comunità e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato. La preghiera ecumenica si svolgerà giovedì 21 giugno nella Basilica di Santa Maria in Trastevere alle ore 18,00 e sarà presieduta dal vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei Cardinali, mons. Marcello Semeraro.
Dal 1988, sottolineano le organizzazioni promotrici, sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 35.000 persone. Nel 2017 sono stati 3.116 i migranti morti nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare, con una media di quasi 10 morti al giorno. E il 2018 purtroppo si mostra altrettanto agghiacciante: da gennaio ad oggi risultano morte 587 persone.
Il dato è aggiornato al 22 aprile 2018 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 27 anni. Ma i numeri reali “potrebbero essere molto più grandi. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti per l’Europa e mai più tornati”.
Ai naufragi nel Mediterraneo si vanno ad aggiungere i viaggi che finiscono tragicamente nel Sahara, i rimpatri forzati a cui corrisponde spesso la morte in carceri disumane, e non ultimi, episodi di violenza contro i migranti che si verificano nei paesi di transito e alle frontiere.
La preghiera “Morire di speranza” è promossa per “non dimenticare la speranza di tante persone e la sofferenza di chi cerca protezione in Europa; per non rassegnarsi o assuefarsi alle tragedie ma impegnarsi per un mondo più umano e giusto”. Le associazioni promotrici chiedono ai governi, ai legislatori e alla comunità europea di “porre in essere ogni sforzo per proteggere i profughi e salvaguardare la vita e la dignità dei migranti. Aprire vie legali per chi ha diritto di chiedere asilo, attivare programmi adeguati di reinsediamento per i rifugiati e stabilire quote d’ingresso per i lavoratori stranieri sono misure non derogabili per governare il complesso fenomeno delle migrazioni e rendere le nostre società più inclusive e per questo sicure”.