Lampedusa – La Conferenza episcopale e una delegazione del governo del Burkina Faso si sono recati ieri e oggi in visita all’isola di Lampedusa, che fu la prima tappa delle visite pastorali di Papa Francesco in Italia nel settembre 2013, meta d’approdo di centinaia di migliaia di migranti. Nella giornata di ieri i vescovi hanno preso parte ad una cerimonia sulla costa dove sorge la “Porta d’Europa”. Questa mattina hanno invece reso omaggio alle migliaia di vittime morte in mare con la sosta al cimitero e al Molo della Madonnina da dove partono regolarmente i soccorsi ai tanti barconi alla deriva. Al termine della cerimonia, ricordando il gesto di Papa Francesco, è stata lanciata una corona di fiori in mare a bordo di una motovedetta del Corpo della Capitaneria. A guidare la delegazione dei vescovi, insieme al cardinale Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, è stato il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Paul Y. Ouedraogo, arcivescovo di Bobo-Dioulasso: “Questo viaggio è stato per noi un vero pellegrinaggio; si tratta di un luogo che è stato raggiunto da coloro che sono riusciti a sfuggire alla morte nel deserto, alla morte nel Mediterraneo e da coloro che poi proprio lì non ce l’hanno fatta”. E ha parlato di una responsabilità comune, di Europa e Africa, di fronte a questa tragedia: “Dai due lati del mare ci si è troppo abituati alle morti in mare. L’Europa dei responsabili pensa a difendersi dai rifugiati, l’Africa dei responsabili chiude gli occhi e gira la testa dall’altra parte…”.Gli ha fatto eco il segretario di Stato Alfred Gouba, a nome del governo burkinabè, che oltre a ricordare le drammatiche statistiche dei morti in mare, da una parte ha chiesto ai Paesi di accoglienza “una maggiore protezione” e “condizioni più degne “ per i migranti, dall’altra, “consapevole della nostra responsabilità di africani verso coloro che partono”, ha chiesto “una nuova forma di partenariato” tra i due continenti “perché cessino queste tragedie”.