Bergamo – “La vera accoglienza non può che essere totalmente disinteressata, quella che costa sacrifici”. A dirlo questa mattina Papa Francesco in una intervista esclusiva al quotidiano “L’Eco di Bergamo” in occasione dell’arrivo oggi, a Bergamo e Sotto il Monte” delle spoglie di Papa Giovanni XXIII. “La situazione internazionale – dice il Papa – è complessa, si sa, ma in ogni caso sono convinto che i muri si alzano per paura, per non vedere la sofferenza del fratello che può disturbare, si alzano per proteggere quanto invece andrebbe condiviso. Alzare un miro – ha spiegato il pontefice al direttore del giornale Alberto Ceresoli – è chiudere il proprio cuore, sigillarlo come una tomba. Non è solo questione di generosità e neppure di solidarietà. Qui c’è tanto lavoro da fare, occorre creare una nuova cultura, una nuova mentalità, educare le nuove generazioni a pensare, a pensarci come un’unica famiglia umana, una comunità senza confini”.
Nell’intervista Papa Francesco ricorda come Roncalli volle affidare ai missionari del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere” la sua casa natale e lì vicino volle un Seminario. “Oggi mi dicono – spiega – che è chiuso ma che accoglie dei richiedenti asilo e ciò mi è motivo di conforto”. (Raffaele Iaria)