Roma – Anche per il modello Redditi si amplia ancora la platea dei contribuenti ammessi ai ‘precompilati’. E questo rende la firma 8xmille un passaggio che richiederà sempre più consapevolezza e formazione da parte dei cittadini, per imparare a riconoscervi un diritto irrinunciabile, nonostante all’apparenza, tra schermate del computer, la scelta sembri un optional. L’Agenzia della entrate ha confermato che dallo scorso 16 aprile i contribuenti (e i soggetti da loro delegati) possono visualizzare via web la propria dichiarazione precompilata e consultare l’elenco di tutte le informazioni che il Fisco ha utilizzato per consegnare un modello già compilato. Dallo scorso 2 maggio è possibile accettare o modificare il modello Redditi (ex Unico), che andrà inviato dal prossimo 10 maggio fino al 31 ottobre. Tra le novità 2018, le spese per la frequenza agli asili nido, i relativi rimborsi e i dati relativi al bonus asili nido. Inoltre, entrano nella precompilata le erogazioni liberali a favore degli enti del terzo settore e i relativi rimborsi. Come ricevere le chiavi di accesso alla propria precompilata? Attraverso il Sistema pubblico per l’identità digitale (SPID), con le credenziali dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, con il Pin rilasciato dell’Inps, e con le credenziali di tipo dispositivo rilasciate dal Sistema Informativo di gestione e amministrazione del personale della pubblica amministrazione (NoiPA), oltre che utilizzando la Carta Nazionale dei Servizi. Naturalmente i contribuenti potranno chiedere aiuto ad un Caf o delegare un professionista. L’Agenzia delle entrate mette a disposizione un sito internet dedicato ( https://infoprecompilata. agenziaentrate.gov.it ) con le indicazioni utili, i passi da seguire fino all’invio, le novità di quest’anno, le date e le scadenze da ricordare, oltre alle risposte alle domande più frequenti. E sarà raggiungibile anche attraverso i numeri dell’assistenza telefonica 848.800.444 da rete fissa, 06 966.689.07 da cellulare e +39 06.966.689.33 per chi chiama dall’estero (dal lunedì al venerdì 9-17, sabato 9-13).
Titolari del modello Redditi sono i contribuenti che non scelgono di usare il modello 730 o quanti sono obbligati per legge a compilarlo. Chi invece invierà il cartaceo, troverà che – come già nel 2017- al- l’interno del modello fiscale non è più presente il riquadro ‘8xmille’. La scelta andrà espressa usando l’apposita ‘Scheda’ all’interno del modello stesso, sia in caso di obbligo di presentazione della dichiarazione, sia in caso di esonero. Nel riquadro «Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef» il nome va scritto nella casella ‘Chiesa cattolica’ senza invadere le altre, per non annullare la scelta, indicando infine anche codice fiscale e generalità del contribuente. Invece per precompilati e invio via web, sotto il profilo della firma 8xmille, il gesto fluido della penna verrà sostituito da un ‘flag’ sul computer per esprimere a chi destinare la quota Irpef. Un passaggio tra tanti adempimenti, che sempre più il contribuente dovrà riconoscere come di alto valore, chiedendo a Caf e commercialista di voler esercitare il diritto a firmare l’8xmille, destinandolo alla Chiesa cattolica. I tempi di consegna cambiano a seconda se si sceglie il modello cartaceo o l’invio telematico. Nel primo caso la dichiarazione va presentata all’ufficio postale con la ‘Scheda’ per la scelta entro il prossimo 2 luglio. Chi invece è obbligato all’invio telematico potrà inviare modello Redditi e Scheda con la scelta 8xmille direttamente via web all’Agenzia delle entrate o tramite intermediario (Caf, professionista), entro il prossimo 31 ottobre.
Sono circa 14 milioni i contribuenti che nella dichiarazione 2016 (l’ultima disponibile) hanno scelto di assegnare l’8xmille alla Chiesa cattolica, fascia in continua crescita rispetto ad una platea che nel 2000 si fermava a 11,4 milioni, seppure allora con percentuali all’87,2%, scese oggi al 79, 9% perché i titolari di modello Cu (ex Cud) non sono più obbligati a consegnarlo e dunque molto spesso rinunciano a destinare l’8xmille. Secondo una recente indagine GFK Eurisko, il consenso alla Chiesa attraverso questa forma di ‘democrazia diretta’ fiscale va ben oltre i fedeli. Solo metà di chi firma si definisce praticante (53,4%), mentre il 32,7% è piuttosto lontano dalle pratiche religiose o decisamente distante dalla Chiesa, nel cui operato però esprime apprezzamento e fiducia. Così nel 2017 alla Chiesa cattolica sono stati assegnati 986 milioni di euro. Ripartiti nelle tre grandi voci: culto e pastorale (36,6%, con 361 milioni di euro), sostentamento dei sacerdoti con 350 milioni di euro (35,5%) e progetti caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo con 275 milioni di euro (27,9%). Nel trentennale del documento Cei ‘Sovvenire alle necessità della Chiesa’ del 1988, vale ricordare che chi firma riconferma non solo la fiducia nell’azione pastorale e caritativa delle diocesi, ma testimonia – come nelle comunità delle origini – la condivisione delle risorse quale pilastro della vita cristiana. (Laura Delsere)