Milano – Il prossimo anno ci saranno circa 21mila studenti in meno tra i banchi, -90mila nell’ ultimo triennio arriva, ripreso questa mattina dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, dall’ ultimo monitoraggio del Miur sulla presenza straniera in classe. Che continua ad aumentare (è arrivata a quota 826mila unità, pari al 9,4% del totale) a differenza degli studenti italiani che diminuiscono ancora. E non può essere la tendenza in atto alla stabilizzazione – sottolinea il paper – a farci pensare “che l’ accoglienza e i processi di inclusione scolastica dei giovani di origine migratoria siano un fatto ormai compiuto”. Tanto più che nel 61% dei casi stiamo parlando di bambini e bambine nate in Italia (dalla prima generazione siamo ormai passati alla seconda). I contorni dell’ emergenza si fanno nitidi, scrive il quotidiano – quando si passa ad esaminare i tassi di scolarità di italiani e stranieri. Che sono analoghi solo nelle fasce d’ età 6-13 (intorno al 100%) e 14-16 anni (più o meno al 90 per cento). Prima e dopo la forbice si allarga. Si pensi, ad esempio, alla scuola dell’ infanzia. Dove i tassi di iscrizione sono del 77% per i bimbi tra 3 e i 5 anni con cittadinanza non italiana e del 96% dei loro coetanei italiani. Secondo il report l’abbandono scolastico degli studenti stranieri è pari al 32,8 per cento contro il 13,8 della media nazionale. Addirittura, spiega ancora il quotidiano, al 35,1% se ci si concentra sulla componente maschile contro il 30,5% delle ragazze. “Non è che chi resta sui banchi fino al diploma se la passi meglio. Come testimonia la scarsa regolarità del percorso scolastico dei minori arrivati dall’ estero. Che si può riassumere in due numeri: gli studenti italiani in ritardo sono il 10%, quelli stranieri il 31,3”.