Roma – Il Consiglio Direttivo del Forum delle associazioni degli italiani nel mondo (FAIM) si è riunito nei giorni scorsi a Roma. Al centro dell’incontro una analisi del quadro sociale e politico e l’approvazione delle linee di sviluppo organizzativo e operativo proposte dal Comitato di Coordinamento. Alla riunione hanno partecipato i componenti delle diverse federazioni associative italiane e regionali e quelli giunti da Francia, Argentina, Svezia, Australia e Spagna. I lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio Direttivo, Rodolfo Ricci, che partendo da una valutazione dei risultati del voto all’estero ha evidenziato i cambiamenti strutturali che attraversano le collettività emigrate e la necessità di una riflessione approfondita su come l’associazionismo può al meglio rappresentarle e contribuire a rispondere a bisogni ed aspettative di una popolazione oltre confine che è passata dai circa 3,6 milioni del 2006 agli attuali 5,6 milioni (iscritti all’Aire), oltre ad un altro milione di persone che pur essendo all’estero non figura nelle statistiche ufficiali (Nuova emigrazione).
A fronte di questi numeri, l’elettorato attivo – si legge in una nota del Faim diffusa oggi – continua a diminuire; solo circa un quarto degli aventi diritto ha votato; ciò mostra che, “al netto delle riconfermate inefficienze e difficoltà di gestione del voto per corrispondenza, oltre la metà dei potenziali elettori non si esprime, mentre, allo stesso tempo, la nuova e più recente emigrazione non è in condizione di votare in quanto solo in minima parte è ricompresa negli elenchi Aire”. Nella relazione introduttiva a nome del Comitato di Coordinamento, il Portavoce, Rino Giuliani ha evidenziato gli effetti causati dai cambiamenti sociali, ha illustrato il lavoro svolto in quest’ultimo anno e le prospettive di impegno futuro che ripropongono il Faim come soggetto di ampia rappresentanza sociale autonoma che ha la responsabilità di assumere la domanda di tutele, di sicurezza e di welfare che emerge dagli italiani all’estero, cui in questi anni “non è stata data risposta e che, con la nuova emigrazione, si ripropongono in termini ancora più pregnanti”.
“L’obiettivo da perseguire – ha osservato Giuliani – è di mettere a disposizione delle nostre comunità all’estero un forte soggetto associativo sempre più rappresentativo; di costruire, a tal fine, alleanze sociali trasparenti e forti su contenuti condivisi (in particolare con il mondo del terzo settore); di promuovere la crescita delle reti associative FAIM nelle regioni e all’estero”.
L’adesione al Faim di altre 16 associazioni che si aggiungono alle 85 già presenti in assemblea, è un segnale “incoraggiante. Le associazioni costituiscono una ricchezza collettiva fondamentale che va tutelata e sostenuta nell’interesse di tutti”, spiga la nota del Faim.
Il Consiglio direttivo, approvando le relazioni integrate dagli interventi che si sono succeduti ha riaffermato la necessità: di “riconoscimento dell’Associazionismo degli italiani nel mondo e di un quadro di sostegno attivo alla propria insostituibile azione, obiettivo che dovrà essere assunto in questa legislatura”, di “un sostegno al rilancio qualificato del CGIE e dei Comites, cui il FAIM intende contribuire con l’apertura di confronti positivi sulle questioni prioritarie”; “in un contesto di grande crescita della presenza italiana all’estero e di nuova emigrazione, il nuovo Parlamento e il nuovo governo sono chiamati a dare risposte concrete su tutte le materie inerenti. E’ a tal proposito particolarmente apprezzabile la riconfermata importanza delle leggi di iniziativa popolare – su cui il mondo dell’emigrazione può impegnarsi – condividendo il richiamo alla centralità del parlamento e al ritorno a una corretta e coerente produzione legislativa come recentemente affermato dal presidente della Camera”. Inoltre il Faim è “pronto a confrontarsi e a dare il suo contributo su tutte le più urgenti questioni; il coinvolgimento dell’associazionismo costituisce un indispensabile elemento di rafforzamento delle politiche attive e delle azioni rivolte ai connazionali, a partire dai bisogni di orientamento della nuova emigrazione fino alle opportunità di valorizzazione culturale, formativa ed economica, nella prospettiva del sistema paese”. Da qui la richiesta di partecipare “fin d’ora” al gruppo di lavoro in preparazione della Conferenza Stato-Regioni-Provincie Autonome- Cgie, e alle altre iniziative in programma.