Padova: 10 richiedenti asilo battezzati nella Veglia pasquale

Padova – 10 richiedenti asilo sono stati battezzati a Padova dal vescovo mons. Claudio Cipolla. Si tratta di sette persone che tuttora vivono nei due grandi – e molto discussi – centri di accoglienza di Conetta e Bagnoli, e altri tre nel frattempo trasferiti e che da sabato notte sono diventati cristiani. “E stato il giorno più glorioso della mia vita”, ha detto Martins, di 37 anni e di origine nigeriana. Martins porta, ben visibile al collo, il crocifisso da catecumeno: “Mi hanno chiesto di venderlo – confessa –. Non lo avrei fatto per nulla al mondo”. “Il Signore – ha spiegato al quotidiano ‘Avvenire’ – mi ha salvato dal fuoco in Africa e dall’acqua nel mezzo del Mediterraneo. Non posso che dare la mia vita a Lui”. Nelle orecchie di Albert – camerunense, 19 anni – non si placano i colpi di mitra che sibilavano sul cassone del pick-up su cui ha viaggiato, coperto, la notte, verso Sabrata, sognando l’Europa. “Arrivati in Libia – racconta – siamo stati venduti come schiavi per 190 dinari (poco più di 115 euro, ndr)”.

E poi Bruno che parla del battesimo come di un progetto che si realizza. “Quando sono arrivato a Cona il 27 maggio, ho subito chiesto dove fosse una chiesa”. Il suo cammino, racconta sempre al quotidiano, verso i sacramenti era già iniziato in Guinea Bissau, ma non si era mai completato. Anche a lui, Dio deve essersi fatto presente nel viaggio. Njoni Gidé, nigeriano di 32 anni, non dimenticherà la prigionia libica, la schiavitù nelle mani di un arabo, le violenze ricevute, l’essere accatastati uno sopra l’altro in un furgone, fino alla fuga verso il mare. Ma non scorderà mai nemmeno quella volta alla Messa ad Agna, nel Padovano, che gli hanno rifiutato la mano allo scambio della pace. “Le brutte persone ci sono ovunque” riflette, ma poi sono comparsi anche gli angeli custodi. Tra tutti padre Lorenzo Snider, un missionario della Società missioni africane originario della Valtellina, di stanza a Feriole, ai piedi dei colli Euganei. La nomina del vescovo, mons. Cipolla, a occuparsi di questi ragazzi è arrivata un anno fa. Attorno a lui è nato il gruppo Rinascita: ogni venerdì incontri di preghiera nelle due ex basi Nato, tante testimonianze e Messe animate in tutta la diocesi, la Marcia per la pace diocesana di gennaio proprio ad Agna, finché questi ragazzi non hanno espresso il desiderio di diventare cristiani.

L’esperienza religiosa ha spalancato le porte a molte relazioni. “Alcune famiglie che hanno accolto questi ragazzi per un pranzo a Natale o alle Palme ora diventeranno loro padrini o madrine – racconta –. L’evangelizzazione e la rottura del pregiudizio sono i segni della verità di questo percorso. Ma questi sono dei privilegiati. E gli altri?”. Intanto, per queste dieci persone la notte di sabato si è aperta aprirà una nuova vita. Il simbolo è Ejike, nigeriano convinto che la sua vita sia una testimonianza, che ha scelto Christian come nome di battesimo. Lui, arrivato pieno di vergogna per il suo analfabetismo, sicuro nemmeno di essere nato 25 anni fa e riempito di botte fin dall’infanzia, oggi è qui a dire in lacrime: “Non so davvero come ringraziare Dio per la vita”.