Stephanie e il Centro Regina Pacis di Pozzuoli

Città del Vaticano – Stephanie ha un mese e un futuro. Per assicurarglielo i suoi genitori sono scappati dalle violenze in Nigeria, trovando ospitalità nel Centro Regina Pacis a Pozzuoli. E Stephanie ha anche conosciuto Papa Francesco che l’ha accolta, con un bacio sulla fronte, durante l’udienza nell’aula Paolo VI in Vaticano, questa mattina, riferisce l’Osservatore Romano.

“La piccola è un po’ il simbolo del servizio che il centro sta svolgendo per aiutare immigrati, ex detenuti, poveri e bambini con difficoltà di inserimento sociale” spiega il direttore don Gennaro Pagano al quotidiano della Santa Sede aggiungendo che “presto Stephanie sarà battezzata insieme ai suoi genitori”.

“Siamo una giovane realtà di educazione e carità — prosegue il sacerdote — che cerca, con fatica, ogni giorno di mettere al centro l’uomo, il giovane, il bambino ferito dalla vita, le famiglie che pagano lo scotto di tanti condizionamenti culturali, psichici e socio economici”. La struttura è stata messa a disposizione dal vescovo e dall’associazione Fratelli e sorelle di tutti. Con il progetto “Integra” “cerchiamo di  stare accanto ai bambini dei quartieri difficili ma sosteniamo anche l’infanzia abbandonata in Sri Lanka” spiega.

Il cuore del centro è la casa intitolata a Papa Francesco, “una comunità residenziale per venti giovani, tra i tredici e i ventitré anni: soprattutto stranieri sbarcati sulle nostre coste, ragazzi che provengono dal carcere minorile”. Con questo stile, afferma don Pagano, “viviamo ogni giorno l’esperienza della misericordia e dell’accoglienza reciproca: da noi non esistono musulmani o cristiani, bianchi o neri, ricchi e poveri: impariamo insieme che siamo figli di un unico Pastore buono e misericordioso per rendere al mondo la testimonianza evangelica della fraternità”. Al termine dell’Udienza, riferisce ancora il quotidiano della Santa Sede, papa Bergoglio ha incontrato anche tre giovani siriani, originari di Aleppo e di Goutha, periferia di Damasco.