Enna – La paura non ferma la volontà di accogliere e Pietraperzia, ferita, ribadisce la propria scelta di apertura e vicinanza. Il colpo di fucile a pallettoni esploso nella notte tra mercoledì e giovedì contro una finestra della casa canonica interparrocchiale adibita all’accoglienza di 21 giovani migranti non ha fermato l’impegno dell’associazione Don Bosco 2000 che di loro si occupa. Tantomeno quello del paese che, anzi, è più compatto e deciso nel proseguire per la strada intrapresa. Nell’ennese il giorno dopo lo sgomento è diventato volontà e tenacia. Si è discusso molto e diverse proposte sono state avanzate perché arrivasse chiaro il segnale di condanna dell’atto e di vicinanza e solidarietà a chi ha subito: manifestazioni, raccolte di firme e finanche una fiaccolata. Alla fine la scelta è stata, però, quella dell’impegno fattivo e quotidiano che ha trovato d’accordo singoli e gruppi, come anche alcune associazioni sportive locali che stanno progettando attività comuni.
«Come si combatte un tale vile gesto? Con l’amicizia, perché uniti non siamo solo 21 – dice Salvatore Nicoletti, presidente dell’associazione sportiva locale –, ma il doppio, il triplo e all’infinito. Solo mettendoci in gioco possiamo scoprirci persone che riescono a superare il muro della diversità e del pregiudizio». I componenti dell’associazione sportiva hanno deciso in chat, all’unanimità, di essere accanto ai migranti e di coinvolgerli. Hanno raggiunto la struttura con tanto di logo tra le mani e hanno chiesto ai giovani ospiti di apporvi la firma perché «tra amici ci si conosce per nome e, giocando con loro, questo vogliamo essere: amici che condividono spazi, tempo e passioni. Loro amici e di quanti altri vivranno nel nostro paese, al di là della provenienza, del colore della pelle, della cultura e della fede».
L’idea dell’incontro attraverso lo sport piace molto ai giovani ospiti della casa canonica interparrocchiale di Pietraperzia che faranno la loro parte: puliranno il campetto della struttura che li accoglie e lì giocheranno con i ragazzi del paese.
La reazione e la risposta dei pietrini non toglie gravità al gesto che il sindaco Antonio Bevilacqua ha definito «un atto criminale ingiustificabile, intollerabile ed inqualificabile che ha attentato alla vita di persone con chiaro intento terroristico». Aldilà dell’ipotesi di reato, polizia e carabinieri insieme sono al lavoro per risalire all’identità di chi ha premuto il grilletto.
E dalla Chiesa locale arriva l’appello alla conversione. «Non si tratta solo di modificare scelte e modi, ma di cambiare il cuore. Come Chiesa abbiamo scelto di renderci presenti nella maniera più efficace possibile – dice don Osvaldo William Brugnone, vicario foraneo di Pietraperzia –, e cioè attraverso la preghiera: è così che noi parliamo. Preghiamo per i nostri fratelli migranti, ma anche per chi ha commesso il vile atto. La presenza massiccia di fedeli durante la messa con il nostro vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana, è testimonianza del cuore attento della gente che abita il nostro paese. Quella preghiera e l’abbraccio ai ventuno migranti e all’associazione che di essi si occupa è l’unica risposta possibile». (C.Ippolito – Avvenire)


