Mons. Perego: una chiamata alla responsabilità dopo i fatti di Macerata

Roma – “Sono fatti gravi che chiedono una responsabilità a diversi livelli”: così mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e già Direttore generale della Fondazione Migrantes (CEI) commenta quanto avvenuto a Macerata dove un uomo ha sparato contro alcuni immigrati. Per mons. Perego “utilizzare termini per comunicare l’immigrazione come ‘bomba sociale’, ‘disastro sociale’ significa non interpretare una sfida che invece è importante oggi – lo hanno ripetuto più volte il Papa e i vescovi italiani – si chiede un impegno per la sicurezza sociale, per progetti e percorsi di integrazione, mediazione sociale e culturale”.

Il presule auspica, in una intervista a Vatican News, “che l’immigrazione sia governata a partire dall’accoglienza e non a partire da rifiuti e violenza. Questi fatti ci interpellano su una politica che sappia rispondere anche a questa esigenza”.

La giustificazione dell’autore del gesto sulla vendetta dopo la morte di Pamela, la giovane uccisa e fatta a pezzi sempre a Macerata, “è – afferma il presule –  un fatto grave che è stato strumentalizzato per farlo diventare ragione di violenza in chi già si considerava un nemico, una persona da respingere”. Mons. Perego conclude esprimendo il serio timore che episodi tragici di questo tipo si ripetano e invita ad essere uniti: “Dalla scuola e dai diversi luoghi educativi bisogna lavorare insieme per una responsabilità attorno a fenomeni sociali che stanno cambiando le nostre città, come l’immigrazione”.