Roma – “Da Mare nostrum il Mediterraneo è diventato un Mare monstrum”. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha usato questa metafora per illustrare questa mattina – in occasione della presentazione del comunicato finale del Consiglio Permanente – le iniziative per rendere il nostro mare un luogo di confronto e di pace, e non soltanto di morte. “Lo sguardo di tutti sul Mediterraneo è su un luogo di profonda crisi – ha detto il segretario generale della Cei– non solo perché è diventato un mare ‘monstrum’, perché ha inghiottito tantissime persone”. Il Mediterraneo, ha spiegato Galantino, “viene visto di più come luogo di crisi, sia per il tema dell’immigrazione, sia per tutto quello che sta avvenendo in quei Paesi che si affacciano su questo mare”. Di qui la scelta della Chiesa italiana “di farci promotori di una inversione di rotta, perché il Mediterraneo diventi, grazie al determinante contributo dei vari credenti, un luogo in cui maturino progettualità politiche nuove e un’attenzione diversa alle persone”. “Siamo in cammino per definire l’ambito di intervento e il parterre dei partecipanti”, ha detto il vescovo rispondendo alle domande dei giornalisti: “Speriamo che la politica, soprattutto l’Unione europea, ci aiuti ad andare avanti a guardare sì al dramma degli immigrati, ma anche alle possibilità nuove che possono esserci”.


