Roma – Ancora una volta, gli ultimi report accendono i riflettori sui più piccoli. I migranti più fragili dei flussi. Sono oltre 400 i bambini morti in mare da inizio anno mentre tentavano la traversata da soli o con parenti. Mentre in migliaia sono stati vittime di abuso, sfruttamento e schiavitù nel loro viaggio attraverso la Libia. Lo dice l’Unicef, ricordando che solo nel 2017 circa 15mila bambini non accompagnati hanno raggiunto l’Italia via mare ed i loro viaggi sono stati generalmente gestiti da responsabili di traffico e tratta. «Per innumerevoli bambini – spiega Ted Chaiban, direttore dei programmi Unicef – la migrazione è sicura e regolare e aiuta loro, le loro famiglie e le comunità a crescere e trasformarsi. Ma esiste un’altra realtà per milioni di bambini in cui la migrazione è molto pericolosa e non compiuta per scelta. La rotta del Mediterraneo Centrale è un esempio significativo, in cui migliaia di bambini vulnerabili rischiano le loro vite ogni anno per raggiungere l’Europa perché non sono disponibili per loro percorsi migratori sicuri e regolari». Stanno invece percorrendo un ‘viaggio’ sicuro e protetto i 74 rifugiati (51 bambini, 22 donne e un uomo) tutti di nazionalità eritrea o somala, che giovedì sera sono stati trasferiti dalla Libia al Niger con un volo organizzato da ACNUR in collaborazione con la Ong Moas. «Meno di 24 ore fa erano ancora detenuti in Libia, ma adesso hanno ritrovato la speranza» conferma Vincent Chochetel, inviato speciale dell’ACNUR per la Situazione nel Mediterraneo Centrale, I rifugiati saranno ospitati in centri di accoglienza a Niamey. I bambini in centri specializzati dove potranno usufruire di assistenza adeguata, supporto psicosociale ed attività ricreative. L’ACNUR, informa, stabilirà poi quale sia l’opzione migliore per la reintegrazione di ciascun individuo. «Questi ragazzi ora sono fuori pericolo – scrive su twitter Regina Catrambone – e in viaggio verso strutture di transito sicure in Niger da dove saranno ricollocati in Paesi come Canada e Francia».
Rimane invece sempre più critica la situazione a Ventimiglia. In particolare per i migranti minori. Aggravata dal freddo e dalla pioggia che negli ultimi giorni ha ingrossato il fiume Roja, sulle cui sponde vivono circa 200 giovani. «L’emergenza maltempo – spiega Federica Giannotta, responsabile Progetti Italia di Terre des hommes – ripropone con urgenza l’esigenza di prevedere una struttura dedicata ai minori non accompagnati. Il Campo Roja, unica struttura deputata all’accoglienza dei migranti in transito, espone i più vulnerabili a un concreto e grave rischio di abusi». (D.Fas.)