Roma – Al primo posto per numero di nati stranieri iscritti in anagrafe si confermano i bambini rumeni (15.417 nati nel 2016), seguiti dai marocchini (9.373), dagli albanesi (7.798) e dai cinesi (4.602). Queste quattro comunità rappresentano il 53,6% del totale dei nati stranieri. Lo dice l’Istat nel Report “Natalità e fecondità della popolazione residente” pubblicato questa mattina. L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri è notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (circa 20,8%), dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (16,9%); nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (5,7% al Sud e 5,1% nelle Isole). Nel 2016 è di cittadinanza straniera circa un nato su quattro in Emilia-Romagna, quasi il 22% in Lombardia, circa un nato su cinque in Piemonte, Veneto, Liguria e Toscana. La percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione dell’Abruzzo dove supera il 10%.
L’impatto dei comportamenti procreativi dei cittadini stranieri è “più evidente – scrive l’Istat – se si estende l’analisi al complesso dei nati con almeno un genitore straniero, ottenuti sommando ai nati stranieri le nascite di bambini italiani nell’ambito di coppie miste (madri di cittadinanza straniera e padri italiani o viceversa)”. A livello territoriale la geografia è analoga a quella delle nascite da genitori solo stranieri, ma con intensità più elevate: in media nel 2016 ha almeno un genitore straniero oltre il 29% dei nati al Nord e il 24,3% al Centro, mentre al Sud e nelle Isole le percentuali scendono a 9,0% e 8,2%. Le regioni del Centro-Nord in cui la percentuale di nati da almeno un genitore straniero è più elevata sono l’Emilia-Romagna (33,9%) e la Lombardia (30,0%).


