Livorno: nasce la prima parrocchia “africana”

Livorno – Non poteva esserci data più significativa della Giornata mondiale dei poveri, domenica prossima, per inaugurare la prima parrocchia africana della diocesi di Livorno; segno di attenzione e prossimità alle oltre 3.300 persone originarie del continente africano, che vivono sul territorio, tra cui tantissimi cristiani. Il progetto si inserisce in un contesto di accoglienza ampio e diversificato che inizia con i servizi base, legati al ristoro e all’alloggio, per continuare con l’apprendimento della lingua italiana, l’eventuale ricongiungimento familiare, l’inserimento lavorativo e l’accompagnamento spirituale. La parrocchia avrà come sede la chiesa di Santa Maria Assunta, nel quartiere Torretta, proprio accanto al Porto di fraternità, la struttura della Caritas diocesana dove si trovano i servizi di prima necessità per i più poveri. Sarà presente un sacerdote africano e vi saranno celebrate tre Messe, una in lingua inglese, una in francese ed un’altra in swahili; accanto alla parrocchia nascerà anche un centro culturale africano, perché non c’è vera inclusione se non c’è conoscenza reciproca. L’idea della parrocchia africana è solo una parte di un piano pastorale molto più grande: il sogno di monsignor Simone Giusti, vescovo di Livorno, è infatti quello di realizzare una parrocchia per ogni gruppo etnico presente in diocesi, per andare incontro ai quasi 9mila stranieri presenti in tutta la provincia. «Livorno nasce come città di popoli – ricorda il pastore della Chiesa livornese – e anche oggi continua ad esserlo. In questi ultimi anni sono arrivati qui migliaia di stranieri, tanti si sono integrati, amano questa città, lavorano e vivono qui, mi sembra giusto dare loro anche la possibilità di vivere le celebrazioni della fede secondo le loro tradizioni. Abbiamo già istituito la parrocchia ucraina, una parrocchia per i cattolici rumeni e abbiamo dato una chiesa agli ortodossi rumeni, adesso è il momento di sostenere le popolazioni dell’Africa, mentre in futuro ci impegneremo anche per gli ospiti asiatici, anch’essi molto presenti nella zona, soprattutto di etnia peruviana e filippina». A dicembre sarà poi inaugurato il Villaggio della carità che vedrà raddoppiare i servizi Caritas alle centinaia di persone che ogni giorno chiedono aiuto: una nuova mensa; un guardaroba più grande; piccole abitazioni per dare un tetto nelle emergenze; locali per incontrarsi, imparare un mestiere e soprattutto conoscersi: altre opere per promuovere quello sviluppo umano integrale, come vuole il nuovo Dicastero pontificio voluto da papa Francesco, perché la convivenza non sia solo sinonimo di tolleranza, ma di reale integrazione pacifica. (Chiara Domenici)