L’Europa apre vie legali con l’Africa per 50mila persone

Bruxelles – Aprire vie per l’immigrazione legale dall’Africa, con 50.000 posti in Europa per persone bisognose di tutela internazionale e progetti pilota in cooperazione con i paesi africani per la migrazione “economica”. Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker lo aveva preannunciato il 13 settembre, ieri sono arrivate le proposte concrete di Bruxelles. Questo il giorno dopo la scadenza del piano di ridistribuzione richiedenti asilo da Italia e Grecia (chi è arrivato entro il 26 settembre potrà esser ricollocato anche dopo quella data). A ieri erano 29.144 i richiedenti asilo trasferiti in altri Stati membri (9.078 dall’Italia e 20.066 dalla Grecia). In totale saranno interessate 37.000 persone, visto che, per la drastica riduzione dei flussi, sono molte meno delle 160.000 inizialmente previste da ricollocare. Cuore della nuova proposta della Commissione è un nuovo piano di reinsediamento in Europa da fuori l’Ue di persone bisognose di tutela internazionale. “È necessario – ha detto il commissario alla Migrazione Dimitris Avramopoulos – aprire reali alternative ai viaggi pericolosi”. Il modello è quello, partito nel luglio 2015, con 23.000 profughi siriani portati in Europa da campi di Giordania, Libano e Turchia. La Commissione vuole aggiungere altre 50.000 persone, soprattutto da Libia, Egitto, Niger, Sudan, Ciad ed Etiopia, a disposizione sono 500 milioni di euro. Bruxelles incoraggia inoltre gli Stati a creare “meccanismi di sponsorizzazione privata” che consentano a gruppi privati o a Ong di organizzare e finanziare i reinsediamenti. A breve partirà un progetto pilota. Non basta, la Commissione propone progetti pilota anche per la migrazione legale “economica”, basata sui bisogni degli stati membri a corto di manodopera e in coordinamento con i paesi africani. Inizialmente ci si concentrerà sugli stati che cooperino con l’Europa sul controllo dei flussi irregolari e i rimpatri. A questo si aggiunge la già prevista riforma della Carta Blu, per attirare nell’Ue lavoratori altamente qualificati. Il controcanto sono i rimpatri dei migranti irregolari senza diritto all’asilo. Bruxelles lamenta anzi che solo il 36% di chi ha avuto responso negativo venga rimpatriato, “bisogna incrementare” avverte Avramopoulos.

Il commissario ieri ha inoltre annunciato la proposta di modifica del Codice Schengen per il ripristino temporaneo dei controlli interni per ragioni di sicurezza. La Commissione propone di aumentare dagli attuali sei mesi a un anno la possibilità di deroga per ragioni di sicurezza, introducendo la possibilità di un rinnovo al massimo per altri due anni tre anni in tutto, dunque, contro i quattro chiesti da Francia, Germania e altri paesi. In teoria si sarebbe dovuti tornare alla normalità dall’11 novembre. Di fatto, però, i controlli, introdotti per la crisi migratoria, potranno continuare, Avramopoulos ha spiegato che basterà che gli stati indichino ora come motivazione non più la migrazione ma “minacce legate alla sicurezza interna”. (Giovanni Maria Del Re – Avvenire)