Roma – Per anni ha cercato il padre spostandosi sulle rotte dei migranti. A Brescia ha potuto riabbracciarlo e con lui partire per iniziare una nuova vita insieme. La storia a lieto fine ha per protagonisti una diciassettenne di nazionalità eritrea e il genitore da anni residente in Svezia con lo status di rifugiato. Il papà, anni fa, è partito per raggiungere il Paese scandinavo in fuga dalla guerra. Arrivato in Svezia, ha intrapreso il lungo iter di richiesta di asilo politico che, alla fine, le autorità gli hanno concesso. La giovane, invece, rimasta in Eritrea, non ha atteso le procedure per il ricongiungimento: all’età di 15 anni ha deciso di iniziare il suo viaggio per ritrovare il papà, spostandosi in Etiopia nell’estate del 2015 dove è rimasta per circa nove mesi. Successivamente ha raggiunto il Sudan, fermandosi i successivi due mesi. Infine, a fatica, è riuscita a raggiungere la Libia dalle cui coste è partita con un barcone in direzione dell’Italia. Al termine di una lunga odissea, alla fine dell’anno scorso, è sbarcata a Catania. La ragazza, nell’ambito della ripartizione dei richiedenti protezione internazionale approdati sulle coste siciliane, è stata indirizzata in un Centro accoglienza straordinaria (Cas) di Brescia e affidata a un tutore nominato dal Tribunale dei Minori di Brescia. Durante i colloqui effettuati per la ricollocazione, ha più volte spiegato di avere un padre che viveva regolarmente in Svezia. L’Ufficio Immigrazione della Questura di Brescia si è fatto carico della vicenda, contattando le autorità svedesi che, a loro volta, sono risalite al genitore. Il papà, dopo aver dimostrato il rapporto di parentela con la minorenne, grazie a un certificato di Battesimo, e completato l’iter di ricongiungimento familiare, ha potuto così riabbracciare la figlia in Questura a Brescia. Dopodiché, padre e figlia sono partiti insieme per la Svezia, dove l’esame della richiesta di protezione internazionale della diciassettenne proseguirà.
(C.Guerr.)