Roma – “Uno sgombero effettuato in regime di emergenza, senza alcun lavoro sociale previo e senza soluzioni commisurate ai bisogni effettivi delle persone non può essere la risposta a un problema annoso e complesso come la mancata integrazione di tanti rifugiati”. Così p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, dopo lo sgombero di 100 richiedenti asilo a piazza Indipendenza, che è avvenuto queesta mattina all’alba. Il Centro Astalli ha seguito con “preoccupazione” da alcuni giorni lo sgombero del palazzo occupato di via Curtatone: “l’occupazione di Curtatone è sotto gli occhi di tutti da anni ed è solo uno degli insediamenti informali in cui gruppi numerosi di titolari di protezione internazionale vivono in città, in condizione di grave marginalità sociale e disagio”, si legge in una nota nella quale p. Ripamonti evidenzia che “era facilmente prevedibile, dopo giorni di tensione la situazione è degenerata e si è arrivati ad usare la forza contro persone inermi ed esasperate. Una sconfitta per tutti”. Il presidente del Centro Astalli sottoliena che occorre “affrontare progettualmente il tema dell’integrazione dei rifugiati, specialmente in una stagione in cui il sistema di accoglienza della Capitale è in forte contrazione, è una sfida difficile e onerosa, che non può tuttavia essere elusa con illusorie soluzioni rapide e emergenziali. Particolarmente infelice, peraltro, la scelta di intervenire proprio all’indomani dell’attentato di Barcellona: alcuni hanno potuto leggerci una correlazione assolutamente impropria tra rifugiati e terrorismo”.
Il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e locali di “affrontare e prevenire la marginalità sociale con interventi strutturali a lungo termine, che tengano conto della particolare vulnerabilità dei rifugiati e di evitare, in ogni caso, interventi che offendono la dignità delle persone e comportano violazioni dei loro diritti, in particolare quelli dei bambini”. (R.I.)