Roma – La tragedia di Marcinelle, che provocò la morte di 262 persone, di cui 136 italiani, “contribuì in maniera determinante alla formazione di una coscienza europea” e oggi “ci dà ancora la forza di lavorare per un’Europa più coesa e solidale, come l’avevano immaginata i padri fondatori”, un’Europa che “sappia fornire una risposta condivisa, unitaria e partecipe alle grandi emergenze dei nostri giorni”. A scriverlo è il Ministro degli esteri, Angelino Alfano, in un messaggio, in occasione della Giornata nazionale del Sacrificio degli Italiani nel Mondo che si celebra oggi nella data che ricorda una delle più grandi tragedie che hanno riguardato i nostri connazionali all’estero (8 agosto 1956). Alfano si riferisce “in particolare al flusso continuo di migranti disperati che oggi, come allora, cadono troppo spesso vittime” invitando a difendere il lavoro non dimenticando mai “che il lavoro senza tutele uccide anche laddove si svolge in luoghi che dovrebbero essere meno pericolosi delle viscere della terra” e che va “difeso, perché il lavoro è sinonimo di speranza e di futuro”. Il pensiero del rappresentate della Farnesina va quindi “ai pionieri della nostra emigrazione, sia ai loro discendenti, ma ugualmente ai nuovi emigrati, che espatriano oggi in condizioni diverse anche se, molti di loro, sono spinti dagli stessi desideri e speranze. Come Fabrizia, Marco e Gloria che abbiamo perso a Berlino e a Londra, vittima la prima di un vile attacco di terrorismo, i secondi di una fatalità che forse si poteva evitare”. Ma anche agli italiani che vivono all’estero “in contesti particolarmente difficili, come in Venezuela, che seguiamo con attenzione per agevolare l’adozione di soluzioni per l’esito pacifico delle crisi che stanno vivendo”: “siamo orgogliosi del contributo dato da tutti voi, italiani nel mondo, al nostro Paese. Chi ha lasciato e ancora oggi lascia l’Italia contribuisce, in tanti modi diversi, al dialogo e al rafforzamento delle relazioni con i Paesi di destinazione, dando lustro ai valori più profondi e positivi dell’italianità. E in tanti modi diversi contribuite alla crescita dell’Italia”. (R.Iaria)