Migrantes: uno scandalo le morti in mare

Roma – “Il grande scandalo che rischiamo di dimenticare è che continuano le morti in mare, anche dopo l’appello che fece Papa Francesco a Lampedusa”. A dirlo ieri il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis  in una intervista alla Radio Vaticana. Per il sacerdote il “grande scandalo” è quello dell’ “indifferenza” e dell’ “impotenza dell’Unione Europea verso persone che fuggono da guerre e da persecuzioni, che sono in pericolo di vita, e che devono continuare ad affidarsi a delinquenti perché l’Unione Europea non è capace di offrire loro, così come è loro diritto, un modo sicuro di trovare salvezza”. E parlando del sequestro della nave “Iuventa”, una delle imbarcazioni dell’Ong tedesca Jugend Rettet impegnata nel Mediterraneo per il recupero e salvataggio dei migranti il direttore Migrantes sottolinea che se quanto affermato si dimostrasse vero si tratterrebbe di “un fatto molto grave che va impedito e sanzionato. Ma – aggiunge –  questo non può farci dimenticare il grande lavoro che tanti volontari e le ong fanno per salvare vite umane”. E rispondendo ad una domanda di Francesca Sabatinelli sul Codice di condotta per le Ong, don De Robertis afferma che “delle regole ci devono essere, vanno condivise e discusse insieme”. “È ammirevole la Guardia costiera italiana per quello che fa, ma evidentemente non ha mezzi e uomini sufficienti per compiere il suo dovere”.E sull’aiuto del nostro Paese alla  Guardia costiera libica nel contrasto ai trafficanti esprime perplessità: “Se noi abbiamo veramente a cuore la vita di queste persone, fermarle in Libia, dove i migranti subiscono le peggiori violenze, significa fermarli in un lager. Non basta mantenere in Libia le persone perché questa realtà svanisca. Vogliamo un’Europa che non chiuda gli occhi di fronte alla realtà del nostro tempo, cominciando a chiudere il traffico delle armi che è una delle cause di tutto ciò che sta accadendo”. (R.Iaria)