Le Ong salvano 766 migranti. Rallentano gli sbarchi

Roma – Mentre l’Europa si interroga sul da farsi, le Ong continuano a salvare vite in mare. E se da una parte gli sbarchi nei porti italiani si sono infatti fermati, dall’altra continuano invece le partenze

dalla Libia, a bordo di carrette e gommoni al limite delle capacità. Sono proprio tre navi di Organizzazioni non governative, la Vos Hestia, di Save the Children, la Vos Prudence di Medici senza Frontiere e la nave Phoenix, della maltese Moas ad aver salvato ieri nel Mediterraneo centrale

766 migranti complessivi che tentavano di raggiungere l’Europa a bordo di sei distinte imbarcazioni. Le navi Ong che si trovavano in acque internazionali sono state coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma. Le tre navi stanno ora dirigendosi verso l’Italia in attesa di conoscere i porti di destinazione. Non sarà facile individuarli perché nei giorni scorsi i porti di Sicilia e Calabria hanno dichiarato il collasso e il governo potrebbe così decidere di dirottare i migranti più a nord. Nel Lazio ma anche in Toscana.

«Dal G20 di Amburgo e ancor prima dal vertice di Tallinn non sono emerse proposte utili e credibili per affrontare con serietà la questione migranti». Ne è convinto Oliviero Forti, responsabile Immigrazione di Caritas Italiana che punta il dito contro “lo strappo” dell’Italia di chiudere i porti ai migranti per convincere il resto dell’Europa a mostrare maggiore solidarietà. «La provocazione italiana non è stata nemmeno presa in considerazione» osserva. Non solo, è stato ribadito che i migranti non potranno essere sbarcati da alcun’altra parte se non in Italia ma, sottolinea Forti, «siamo stati richiamati perché non abbiamo ancora svolto tutti i compiti a casa, a partire dall’aumento dei centri di detenzione sul territorio e dal rafforzamento del sistema dei rimpatri». Per Forti, i continui attacchi alle Ong svelano la strategia adottata: «individuare il soggetto più debole, il capro espiatorio da colpire, per distrarre l’opinione pubblica dalle vere questioni che non si vogliono affrontare». Il cosiddetto “Piano Marshall per l’Africa” di cui si è parlato nei due vertici di settimana scorsa, per Forti avrebbe degli effetti sui flussi solo nel lungo periodo e non nell’immediato. «L’unica certezza è che l’Italia dovrà continuare a cavarsela da sola – sottolinea – l’esternalizzazione delle frontiere europee in Libia va contro i diritti umani perchè l’operazione avverrebbe in un Paese fuori controllo dove gli abusi contro i migranti sono all’ordine del giorno». Intanto, proprio le strategie messe in campo con la Libia -a discapito dei diritti umani di chi fugge dalla guerra e dalle carestie per raggiungere l’Europa – hanno frenato gli arrivi in Italia. Perché da un più 20% di sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2016, registrato fino ad alcune settimane fa, si è passati a un +9,6%. Gli ultimi dati diffusi del Viminale confermano infatti che sono 85.200 i migranti sbarcati da gennaio. Erano 77.733 un anno fa. Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati al 27 giugno scorso erano 9.761 dall’inizio dell’anno. Nel 2016 furono in tutto 25.846. Mentre i Paesi di origine dei migranti sono Nigeria (14.504), Bangladesh (8.268), Guinea (7.844), Costa D’Avorio (7.455), Gambia (5.022), Senegal (4.914), Mali (4.862), Eritrea (4.553), Marocco (4.190) e Sudan (4.051). (Daniela Fassini)