Roma – Si è conclusa con il dono di una scultura al Capo della Polizia Franco Gabrielli la prima esposizione di Fasasi, artista rifugiato nigeriano.
La mostra promossa da In Migrazione, inserita nell’ambito della Giornata mondiale del rifugiato #WithRefugees dell’UNHCR, ha visto la partecipazione in tre giorni di centinaia di visitatori. Quindici opere d’arte autobiografiche sul pericoloso viaggio affrontato nel Mediterraneo. Sculture in terracotta dipinta che raccontano la paura e la sofferenza, ma anche la gioia e la speranza dell’arrivo in un luogo sicuro dove poter riprendere il filo della propria vita.
Fasasi ha scoperto Roma e il suo immenso patrimonio artistico, da cui è rimasto affascinato. Così nelle sue sculture l’arte classica si è fusa con lo stile del Paese d’origine. Un sodalizio armonioso dove il movimento impetuoso del mare si fonde con le forme rassicuranti dei drappeggi; dove le persone che chiedono aiuto in mare si uniscono in un movimento unico con i soccorritori che li traggono in salvo.
“Scolpire in Italia è il coronamento di un sogno – spiega Fasasi – Ho trovato ripercorrendo e rielaborando la mia storia una strada per lavorare, ma anche per ripagare con l’arte il Paese che mi ha accolto. Per questo sono felice di aver potuto donare una mia opera al Capo della Polizia italiana”.
Fasasi è scappato dalla Nigeria dopo aver denunciato dei brogli in un seggio elettorale. Da quel momento hanno iniziato a cercarlo, bruciandogli la casa e minacciando la sua famiglia. Per arrivare in Italia, dove ha ottenuto la protezione umanitaria, ha affrontato un lungo viaggio, passando dalla Libia e attraversando il Mediterraneo.
Tutti i ricavati della vendita delle sculture sono utilizzati per finanziare “RifugiArti” che In Migrazione realizza in collaborazione con Fasasi. Un progetto teso a sostenere talenti tra i rifugiati garantendo loro uno spazio protetto di crescita e sviluppo di un futuro attraverso l’arte.
La mostra promossa da In Migrazione, inserita nell’ambito della Giornata mondiale del rifugiato #WithRefugees dell’UNHCR, ha visto la partecipazione in tre giorni di centinaia di visitatori. Quindici opere d’arte autobiografiche sul pericoloso viaggio affrontato nel Mediterraneo. Sculture in terracotta dipinta che raccontano la paura e la sofferenza, ma anche la gioia e la speranza dell’arrivo in un luogo sicuro dove poter riprendere il filo della propria vita.
Fasasi ha scoperto Roma e il suo immenso patrimonio artistico, da cui è rimasto affascinato. Così nelle sue sculture l’arte classica si è fusa con lo stile del Paese d’origine. Un sodalizio armonioso dove il movimento impetuoso del mare si fonde con le forme rassicuranti dei drappeggi; dove le persone che chiedono aiuto in mare si uniscono in un movimento unico con i soccorritori che li traggono in salvo.
“Scolpire in Italia è il coronamento di un sogno – spiega Fasasi – Ho trovato ripercorrendo e rielaborando la mia storia una strada per lavorare, ma anche per ripagare con l’arte il Paese che mi ha accolto. Per questo sono felice di aver potuto donare una mia opera al Capo della Polizia italiana”.
Fasasi è scappato dalla Nigeria dopo aver denunciato dei brogli in un seggio elettorale. Da quel momento hanno iniziato a cercarlo, bruciandogli la casa e minacciando la sua famiglia. Per arrivare in Italia, dove ha ottenuto la protezione umanitaria, ha affrontato un lungo viaggio, passando dalla Libia e attraversando il Mediterraneo.
Tutti i ricavati della vendita delle sculture sono utilizzati per finanziare “RifugiArti” che In Migrazione realizza in collaborazione con Fasasi. Un progetto teso a sostenere talenti tra i rifugiati garantendo loro uno spazio protetto di crescita e sviluppo di un futuro attraverso l’arte.