Migranti: in tre giorni salvati 10mila persone

Milano – E’ il grande esodo senza fine. Poche volte, dall’inizio della crisi umanitaria, si erano visti così tanti soccorsi in pochi giorni. Oltre 10mila migranti salvati da domenica. Tanto che il ministro dell’Interno Marco Minniti, diretto a Washington per impegni istituzionali, ha deciso di rimanere in Italia per gestire di persona l’emergenza degli sbarchi. Dal Canada, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parla di una Ue «inconsapevole e insensibile» di fronte a un Italia «in prima linea a salvare migliaia di vite umane nell’ambito di un fenomeno epocale».

Il bollettino della Guardia costiera diffonde i numeri delle persone salvate, le salme recuperate (in tutto tre). Un lungo elenco delle operazioni di salvataggio, (71 complessive da domenica) le navi coinvolte, e gli arrivi previsti nei porti italiani. I numeri raccontano di un grande esodo in atto che non ha precedenti. I migranti, intrappolati nell’inferno libico, stanno facendo di tutto per fuggire e raggiungere l’Europa, anche a costo di perdere la vita o la cosa più preziosa che possiede una donna: il bimbo in grembo. E così è successo. Su un pattugliatore della guardia costiera, in navigazione verso il porto di Pozzallo con 673 migranti a bordo, c’è infatti anche il cadavere di un neonato. Il piccolo era nato nel barcone durante la navigazione nel Mediterraneo, dalla Libia alla Sicilia. Negli ultimi soccorsi in mare ha partecipato anche la Marina spagnola, salvando 229 persone in difficoltà e a rischio naufragio.

E anche se dall’inizio dell’anno a oggi sulle coste italiane sono sbarcati solo il 14,42% in più di migranti (complessivamente 73.380) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati diffusi dal Viminale, quest’ultima ‘ondata’ ha riacceso le polemiche politiche.

 Ma c’è anche un altro ‘fronte caldo’ che nelle ultime ore desta preoccupazione. A Ventimiglia, lungo il confine francese, prosegue la ‘caccia’ ai migranti organizzata dalla gendarmerie d’Oltralpe. Sono circa 200, sui 400 che la notte di domenica si sono messi in marcia verso la Francia dall’accampamento sulle sponde del fiume Roja, i profughi bloccati a Sospel. Sono stati raccolti al posto di polizia di Ponte san Luigi. Da qui, con alcuni pullman, saranno trasferiti al Cie di Taranto. Un altro gruppo, rintracciato dalla polizia italiana, è tornato sulle sponde del Roja.

Una situazione «insostenibile», tuona il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, mons, Antonio Suetta che, di fronte ai fatti delle ultime ore, rinnova l`appello alla Francia e all`Unione europea «perché intervengano con misure idonee per far fronte a una situazione insostenibile». C’è preoccupazione soprattutto per i minori, che rappresentano una parte consistente dei migranti presenti a Ventimiglia. «È una vergogna che, in barba alle norme del diritto, questi ragazzi vengano riammessi in Italia senza che sia garantito loro il diritto di chiedere asilo in terra francese – aggiunge il vescovo – La Francia deve prendere atto di questo». Anche Medici senza frontiere lancia l’allarme. «Siamo molto preoccupati per i migranti dispersi lungo il confine – spiega Federico Saracini, coordinatore di progetto per la Ong a Ventimiglia – tra cui molti minori non accompagnati che da diverse settimane dormivano lungo il fiume Roja in condizioni indegne». Ma la Prefettura di Imperia precisa che «tra il numero considerevole di persone respinte dalla Francia non ci sono minori»​