Torino: i Rom vogliono più legalità

Torino – E’ una questione ben lontana dalla soluzione quella dei campi rom a Torino. Nel più esteso, in via Germagnano, ci sono più di 700 persone, distribuite in baracche di legno e cartone. Spesso, soprattutto di notte, vengono accesi roghi per bruciare rifiuti e plastica e un fumo acre rende irrespirabile l’atmosfera, alimentando l’ira dei residenti delle zone limitrofe, che lamentano degrado e insicurezza diffusa.

L’altro giorno, proprio mentre davanti al palazzo comunale c’era un’ennesima manifestazione di protesta, è arrivata la notizia dell’evasione della ventunenne rom che un mese fa aveva provocato l’incidente in cui era morto un motociclista. E la tensione è tornata a salire, anche a causa del silenzio delle istituzioni. «Si è iniziato un progetto speciale interassessorile – dicono dal Comune – dedicato al superamento dei campi e supportato dalla Polizia municipale per la legalità».

I tempi, però, non sono affatto chiari. A cercare risposte sono ora gli stessi rom, che si rivolgono direttamente a Chiara Appendino con una lettera aperta pubblicata da Aizo (Associazione italiana zingari oggi): «Chiediamo alla sindaca di concretizzare la presenza delle forze dell’ordine, adoperandosi affinché possano operare e intervenire, certamente per controllare, ma ancora più per ripristinare quel livello minimo di legalità fondamentale per costruire qualunque percorso e anche per dare risposte alle istanze dei cittadini non rom che vivono su quei territori».

Le visite dei politici, pur dimostrando attenzione, sono state «un’occasione mancata per iniziare a dialogare con le famiglie che vivono nei campi».

Nell’ultimo anno si è poi verificata «una forte diminuzione delle presenze degli operatori del Comune», ma ora «si deve davvero fare qualcosa di concreto». La lettera si conclude in modo interrogativo: «Quali sono le ipotesi di lavoro che sta pensando l’Amministrazione, quali sono le figure delle istituzioni che oggi seguono i rom e con quale metodo, se i piani per le periferie contengono qualche riferimento alla situazione e proposte politiche per la soluzione: queste sono alcune delle domande su cui vorremmo confrontarci con la Sindaca Appendino e i suoi uffici. Vorremmo costruire percorsi. Attendiamo fiduciosi». (Danilo Poggio)