Torino – “L’accoglienza dei poveri, e in questo caso dei rifugiati e immigrati, è l’investimento più prezioso che possiamo fare per noi stessi e per le nostre comunità”. Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel corso della veglia di preghiera “Morire di speranza”, promossa dalla Comunità Sant’Egidio, dalla Fondazione Migrantes e dalla Federazione delle Chiese evangeliche. Per il presule è necessario offrire “il massimo sostegno a questi nostri fratelli e sorelle perché possano affrontare e risolvere i loro problemi mediante la sicurezza della nostra accoglienza fraterna e del nostro impegno di sostegno concreto che li aiuti a superare le loro difficoltà e a trovare nel nostro Paese, nelle nostre case e comunità, una sistemazione dignitosa e serena come abbiamo noi”.
“Le difficoltà che incontriamo non devono turbarci e spaventarci”, ha aggiunto mons. Nosiglia, secondo cui “tocca a tutte le nostre comunità religiose e civili insieme, farsi carico della situazione dei minori migranti e rifugiati favorendo la loro inclusione sociale e risolvendo con giustizia ed equità i loro problemi, accompagnandoli nel loro inserimento scolastico e sociale nel nostro Paese”. Per Nosiglia, il riconoscimento dello ‘ius soli’ “è un segno di quella civiltà di cui il nostro Paese è sempre stato antesignano e promotore nel mondo”. “Polemiche e contrapposizioni – ha ammonito – non fanno certo onore a un Paese di emigranti che hanno trovato in molte nazioni del mondo accoglienza per sé stessi e i propri figli nati in quel Paese che li ha accolti”.