Card. Bassetti: “l’equazione migrante-criminale è un pregiudizio radicato nell’egoismo”

Roma – “Sono veri e propri crocifissi della storia coloro che si imbarcano sulle carrette del mare diretti verso l’Europa. Spesso riescono ad approdarci, talvolta muoiono in quei mari diventati cimiteri delle loro speranze e del loro desiderio di pace, riscatto, dignità. Purtroppo anche nella nostra Italia solidale emerge un’indole del rifiuto favorita dalla crisi e amplificata dalla demagogia”. A dirlo il nuove presidente della Cei in una lunga intervista al quotidiano Avvenire parlando dei migranti e rifugiati che arrivano sulle nostre coste. Per il presidente dei vescovi italiani “l’equazione migrante-criminale, proposta anche dai media, non è solo una falsità ma anche un pregiudizio radicato nell’egoismo. È necessario superare l’indifferenza e anteporre ai timori un generoso atteggiamento di accoglienza”. La Chiesa italiana – ha aggiunto il card. Bassetti – “sta dando l’esempio anche ricevendo critiche cui, però, non bada. Inoltre tante famiglie e associazioni sono diventate ‘abbraccio caloroso’ per chi fugge dalle guerre e dalla miseria. Di fronte agli sforzi italiani, l’Europa dovrebbe fare molto di più. Basta muri, fili spinati, decisioni di stampo nazionalistico. Se l’Europa vuole essere casa comune, deve partire proprio da un rinnovato e differente impegno nel campo dell’accoglienza. Accoglienza che significa anche rispetto da parte di chi arriva di regole e tradizioni. Il che non vuol dire cancellazione delle differenze ma arricchimento reciproco senza imposizioni o stravolgimenti. Certo – spiega Bassetti –  i fenomeni migratori si affrontano andando alle radici, ossia intervenendo sulle cause che li provocano”. Il porporato evidenzia la campagna CEI “Liberi di partire, liberi di restare” che prevede una progettazione a partire dalle realtà locali nei Paesi d’origine, in quelli di transito e in Italia.