Milano – Con i quasi diecimila arrivi negli ultimi tre giorni il conto degli sbarchi nel 2017 ha superato quota 60mila, il 48% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando erano stati 40mila. Lo indicano i dati del Viminale che segnalano i nigeriani, provenienti specialmente dalle aree colpite dai guerriglieri Boko Haram, in testa tra le nazionalità (8.120), seguiti da bengalesi (7.567) e guineani (6.144). I minori non accompagnati sono 6.242. Ma nonostante la crescente presenza della Guardia costiera libica, non diminuisce il numero di migranti che salpano per raggiungere l’Europa. Sono oltre duemila gli stranieri giunti ieri sulle coste siciliane. Una dozzina sono arrivati privi di vita, e tra essi la madre di due bambine di 3 e 5 anni rimaste orfane prima che arrivassero i soccorritori.
Nel primo pomeriggio a Pozzallo sono stati sbarcati dalla Guardia costiera italiana 252 migranti, tra cui 65 donne e 13 minori, oltre alle salme di due uomini, che stando a quanto avrebbe appurato l’ispezione cadaverica sarebbero morti per annegamento. I sopravvissuti sono stati messi in salvo nel corso di due operazioni distinte, ma non si conosce l’esatto numero di quanti avrebbero perso la vita in mare. Le nazionalità dichiarate al momento dell’identificazione, sono molteplici: Costa d’Avorio, Nigeria, Egitto, Siria, Eritrea, Mali, Camerun, Somalia, Marocco, Gambia, Sudan, Guinea e Niger. C’è stato anche un elevato numero di ricoveri: tra i 19 casi che hanno avuto necessità di un approfondimento precauzionale, si contano 11 donne in gravidanza, una donna con il figlioletto appena nato, e un’altra che ha avuto un aborto durante la traversata. C’è anche un uomo con una frattura da trattare all’altezza del costato e un minore disidratato.
Nei giorni precedenti è invece avvenuto un episodio che sta mettendo in allarme le capitanerie di porto, poiché potrebbe segnare un ritorno al passato dei trafficanti. Tra sabato e domenica sulla costa ragusana, in località Punta di Mola, è stato rinvenuto un peschereccio di circa 10 metri, arenato sugli scogli. Gli occupanti si sarebbero dileguati nella notte senza lasciare traccia, forse aiutati a fuggire da emissari dei trafficanti intervenuti sul posto. Da lungo tempo, infatti, non avvenivano sbarchi di questo genere. Segno che i pescherecci di piccole dimensioni possono bucare il controllo radar e arrivare indisturbati sulla terra ferma. Sempre domenica quasi 1000 persone sono state condotte nel porto di Catania, dove sono state sbarcate anche dieci salme. Tra i deceduti, la mamma di due bimbi di 3 e 5 anni. Uno dei piccoli – riferisce la Croce Rossa – non parla da due giorni. «Purtroppo anche questa volta – ha detto il presidente del comitato di Catania della Croce rossa Stefano Principato – abbiamo assistito a quello a cui non vogliamo assistere. Dal punto di vista sanitario non vi sono al momento criticità particolari. Finora i migranti che stanno sbarcando provengono tutti dall’area subsahariana».
A contribuire ai salvataggi è stato anche il rimorchiatore Vos Thalassa, che domenica ha condotto nel porto di Palermo 1.042 migranti. «Eravamo a 40 miglia dalle coste libiche – ha raccontato il primo ufficiale Paride Pipino –, svolgevamo un’attività di security per una piattaforma, quando abbiamo incrociato il primo barcone carico di persone. Li abbiamo fatti salire a bordo, poi la Guardia Costiera ci ha chiesto di restare in zona avvertendoci che in mare c’erano altre imbarcazioni» Ai primi, intercettati nel Canale di Sicilia, si sono aggiunti altri migranti sbarcati da diverse motovedette della Capitaneria. A bordo di una di queste anche 7 morti: 5 donne e due ragazzi. I 14 membri dell’equipaggio della Vos Thalassa per due giorni si sono occupati delle centinaia di migranti assicurando a loro assistenza e pasti. «Ci sono stati momenti di tensione – racconta l’ufficiale – durante la distribuzione dei viveri perché erano tutti affamati e si sono accalcati». Ad accogliere i 1.042 stranieri a Palermo, oltre alle forze dell’ordine e al prefetto Antonella De Miro, c’erano volontari della Caritas, della Croce Rossa e dell’Asp. Un presidio che già nelle prossime ore potrebbe tornare a intervenire in occasione di nuovi sbarchi. (Nello Scavo – Avvenire)