Roma – “Le differenze non sono a livello di Chiese ma a livello di Stati. I muri non sono delle Chiese ma sono degli Stati”. Lo ha detto questa mattina il card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva quanto fosse profondo il fossato tra le Chiese europee dell’Est e dell’Ovest rispetto alla questione migratoria, nel corso di una conferenza stampa a Roma. Per il porporato i vescovi di tutti i Paesi europei “sono vescovi della Chiesa cattolica, pertanto fanno riferimento al Vangelo, ai principi della tradizione della dottrina cattolica e al continuo magistero del Santo Padre che è chiaro per tutti. Questi sono i criteri ispiratori e non possono essere che questi”. Questa mattina, la presidenza del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) si è incontrata con Papa Francesco e il Cardinale ha raccontato ai giornalisti che con lui “si è parlato di accoglienza e d’integrazione”, ribadendo: “Accoglienza e integrazione. È questa la via, il criterio di comportamento della comunità cristiana e dell’episcopato della Chiesa cattolica. Queste due parole devono essere tradotte, fatte carne nelle situazioni concrete che sono evidentemente differenziate nei diversi Paesi del continente”. In Italia, per esempio, “queste due parole sono valide per tutti i cattolici, i cristiani e spero anche per le persone di buona volontà e si cercano di tradurre in un certo modo, a seconda della configurazione del nostro Paese, della sua storia. E così fanno gli altri Paesi in condizioni diversificate”.